Che Broadcom non avesse la strada spianata per procedere con l’acquisizione di Vmware lo si sapeva. Gli organismi antitrust dell’Unione Europea e del Regno Unito hanno avviato, separatamente, indagini per verificare se l’operazione societaria da 61 miliardi di dollari possa danneggiare la concorrenza, creando un legame preferenziale tra i componenti hardware di Broadcom e i software per la virtualizzazione e la gestione del cloud di Vmware.
Ora, nonostante le rassicurazioni delle due aziende, dalla Competition and Markets Authority (Cma) britannico è arrivato un primo semaforo giallo: l’ente teme che l’acquisizione possa interferire con le dinamiche del mercato dei server, limitando la concorrenza e facendo lievitare i costi.
“I server sono un mattone fondamentale, che funziona soprattutto grazie a prodotti hardware fabbricati da aziende come Broadcom e operanti all’unisono con software di virtualizzazione come quelli di Vmware”, ha dichiarato il direttore esecutivo della Cma, David Stewart. “Siamo preoccupati che l’accordo possa consentire a Broadcom di tagliar fuori la concorrenza dalla fornitura di componenti hardware al mercato dei server e che determini una riduzione dell’innovazione in un momento in cui la maggior parte delle aziende desidera sistemi IT rapidi, reattivi e accessibili”.
Il semaforo non è rosso, ma solo giallo. L’organismo antitrust ha lasciato a Broadcom cinque giorni di tempo per fornire rassicurazioni, e si prenderà poi a sua volta altri cinque giorni per analizzare ancora la questione. Inoltre è ancora in corso la parallela indagine della Commissione Europea, che potrebbe forse giungere a conclusioni contrarie rispetto a quella della Cma (sebbene precedenti dichiarazioni di Margrethe Vestager lascino presagire un esito simile).
“Dimostreremo che l’operazione potenzia la competizione e avvantaggia aziende e consumatori grazie a incrementi di qualità, innovazione e possibilità di scelta”, ha dichiarato Broadcom tramite portavoce. “La combinazione tra Broadcom e Vmware riguarda il permettere alle aziende di accelerare l’innovazione e allargare la scelta, rispondendo alle più complesse sfide tecnologiche dell’attuale era multi-cloud, e siamo fiduciosi che i regolatori lo comprendano al termine dell’indagine”.