23/12/2019 di Redazione

Patuanelli non vuole escludere Huawei dal 5G, Copasir contrario

Il ministro dello Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli, in un’intervista ha difeso le ragioni del mercato, spiegando che l’azienda cinese offre i prezzi e le soluzioni migliori. Una relazione del Copasir afferma invece che la Cina rappresenta una minacc

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Per il 5G, Huawei offre le migliori soluzioni e i prezzi più convenienti: ne è certo Stefano Patuanelli, ministro dello Sviluppo Economico, il quale in un’intervista rilasciata a La Stampa ha affermato che la società cinese nel nostro Paese non è esclusa, per principio, dalla fornitura apparati e software per le reti mobile di quinta generazione. Patuanelli sostiene che Huawei dovrebbe avere la possibilità di giocare un ruolo nella costruzione delle infrastrutture 5G italiane, a dispetto delle posizioni assunte oltreoceano dall’amministrazione di Donald Trump. 

La Casa Bianca, come noto, sospetta ingerenze del governo di Pechino nelle attività e nella supply chain di Huawei, fatto da cui deriverebbero rischi per la sicurezza della nazione. La tecnologia della società cinese è già stata messa al bando negli enti pubblici nelle agenzie governative e presto, secondo indiscrezioni, potrebbe essere esclusa anche dal sistema bancario statunitense. 

Nel Vecchio Continente le posizioni sono più sfumate e variegate, poiché alcuni governi nazionali hanno espresso una volontà di apertura, ma d’altra parte lo scorso ottobre un report della Commissione Europea affermava esplicitamente che “Paesi terzi ostili potrebbero esercitare una pressione sui fornitori di 5G per facilitare attacchi cibernetici a servizio dei loro interessi nazionali”. Al contempo si esortavano i Paesi membri a differenziare le loro scelte, evitando di affidarsi a un unico fornitore. Huawei aveva replicato ricordando per l’ennesima volta di essere “un'azienda privata al 100%, di proprietà esclusiva dei suoi dipendenti” e di avere le migliori intenzioni di “lavorare con i partner europei per contribuire a sviluppare le reti 5G”, definendo regole di sicurezza comuni.

Le continue rassicurazioni della società di Shenzhen non hanno convinto il Copasir (Comitato parlamentare per la sicurezza della repubblica), che dopo mesi di indagine qualche giorno fa ha pubblicato una relazione in cui non si esclude la possibilità di mettere un veto sulle aziende cinesi per la fornitura di tecnologie 5G. Per il Copasir, è necessario “seriamente prendere in considerazione un innalzamento degli standard di sicurezza idonei per accedere all’implementazione di tali infrastrutture”.

 

 

Ma Stefano Patuanelli non sembra condividere queste preoccupazioni. “Huawei offre le soluzioni migliori ai prezzi migliori. Non si può sventolare la bandiera del libero mercato con una mano e quella del protezionismo con l'altra”, ha dichiarato il ministro. “Abbiamo varato una normativa che garantisce la sicurezza nazionale. Detta condizioni agli operatori nei mercati sensibili, cioè Tlc. Con le giuste difese, la possibilità d'accesso non si discute”. 

Parole che hanno scatenato la reazione del vicepresidente del Copasir (senatore di Fratelli d'Italia), Adolfo Urso: “Mi dispiace constatare che la risposta del ministro Patuanelli non tenga conto della relazione approvata alla unanimità dal Copasir, che ha specifiche competenze nel campo della sicurezza nazionale, in cui vengono anche considerate le ricadute tecnologiche e commerciali”. La relazione del Comitato evidenziava inoltre come la strategia delle aziende cinesi possa rappresentare “una sorta di dumping” e, sottolinea Urso, “la questione è di competenza proprio del ministro Patuanelli, che temo non abbia letto l'intera relazione".

 

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