07/05/2010 di Redazione

Perché Fastweb, Wind e Vodafone ballano da sole?

Fastweb, Wind e Vodafone stanno per lanciare una Newco per fare una rete di nuova generazione alternativa a quella di Telecom Italia. Il motivo principale è negli incrementi dei costi per affittare l'ultimo miglio in rame posseduto da TI

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Perché Stefano Parisi, amministratore delegato autosospeso di Fastweb, e Carsten Schloter, ad di Swisscom proprietaria della società italiana, vogliono farsi la rete di nuova generazione in collaborazione con Wind e Vodafone?

E perché ce l'hanno così tanto con AgCom e con Telecom Italia?

La spiegazione è nell'ultima slide presentata in occasione del consuntivo di bilancio del 2009 dei dati Fastweb (vedi Fastweb affossa Swisscom ma cresce nell'1Q).

E' qui che il dito viene puntato sugli aumenti che l'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AgCom) ha previsto a proposito dei soldi che gli operatori alternativi all'incumbent Telecom Italia devono pagare a quest'ultima per poter utilizzare l'infrastruttura in rame che collega le sottocentraline con le case degli italiani.

Incremento del fee per l'ultimo miglio della connessione in rame che gli Operatori terzi pagano a Telecom Italia


La progressività è sbalorditiva: dallo scorso gennaio 2009 l'incremento mensile per ogni linea è di 0,85 euro che porta dunque il totale a 8,49 euro al mese.

Da maggio scattano altri 0,21 euro e poi a gennaio 2011 altri 0,56; e poi 041 a gennaio 2012, quando ogni linea in unbundling costerà 9,67 euro all'Operatore terzo.

Fatti due conti Fastweb ha buon motivo di dire che dal 2009 al 2012 la società verserà a Telecom Italia una cifretta vicina a 70 milioni di euro.

E per che cosa? Per continuare a utilizzare la vecchia infrastruttura in rame, che è stata ammortizzata cento volte nel corso degli anni nei bilanci di Telecom Italia.

Ma soprattutto, oltre a continuare a foraggiare la rendita di posizione "storica" dell'incumbent, ciò che Stefano Parisi e tutti gli operatori terzi hanno sempre sostenuto è: questa scelta dell'AgCom di continuare a premiare lo status quo non spinge sicuramente Telecom Italia a investire rapidamente su una infrastruttura di nuova generazione.

E allora, dicono Parisi, Luigi Gubitosi di Wind e Paolo Bertoluzzo di Vodafone, la rete ce la facciamo da noi. (vedi anche Grande il frastuono intorno alla larga banda)

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