24/06/2014 di Redazione

Pirateria software, un problema da 46 miliardi

Un’indagine di Bsa e Idc svela che in Italia il 47% dei lavoratori utilizza programmi senza licenza. La pirateria sottrae introiti per un valore di di 1,3 milioni di euro nel nostro Paese e di 46 miliardi nel mondo.

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I fornitori di software nel 2013 hanno perso, nel solo mercato italiano, 1,3 milioni di euro in guadagni mancati. A tanto ammonta, secondo un’indagine di Bsa e di Idc, il valore dei software per Pc installati senza licenza presenti nel nostro Paese. Nel mondo il calcolo sale a 46 miliardi di euro.

Lo studio, titolato Bsa Global Software Survey, viene ripetuto ogni due anni e in questa ultima edizione ha interpellato quasi 22mila utenti (consumer e business) e oltre 2mila responsabili It in 34 mercati. In Italia, in base all’indagine, lo scorso anno risultavano presenti software pirata su quasi un computer su due, il 47%, una percentuale superiore alla media globale del 43% ma comunque in calo di due punti rispetto al 2010.

Solo poco più di un'azienda su tre ha una policy scritta in merito all'uso di software con licenza


Il 43% registrato come media dei 34 Paesi è invece un dato in ascesa (dal 42% del 2011), che l’indagine motiva come conseguenza della crescita “digitale” nelle economie emergenti, dove l’uso di software piratati è più diffuso. A livello mondiale, nel 2013, il valore commerciale delle installazioni di software per Pc senza licenza era pari a 46 miliardi di euro.

L’area con la maggiore concentrazione di programmi piratati è l’Asia, dove oltre sei computer su dieci, il 62% (+2% in due anni), hanno a bordo almeno un applicativo non regolarmente acquistato e dove i mancati introiti per i fornitori di software ammontano a 15 miliardi di euro. Un trend calante si è invece registrato in Europa occidentale, con una percentuale di illegalità scesa dal 32% al 29% e corrispondente a un valore commerciale di 9 miliardi di euro.

Passando dallo scenario generale ai contesti lavorativi, la situazione non  molto diversa: soltanto la metà dei responsabili It intervistati ha affermato con certezza che la propria azienda ha regolare licenza per i software che utilizza. Eppure la consapevolezza dei rischi non manca, dal momento che il 64% degli intervistati a livello globale ha dichiarato di temere che i programmi illegalmente installati aprano la porta agli hacker, mentre per il 59% il pericolo principali è la perdita di dati.

“L’uso di software senza licenza”
, ha commentato Victoria Espinel, presidente e amministratore delegato di Bsa, “è un problema di governance organizzativa e questo studio mostra che vi è una chiara necessità di miglioramento. Ci sono degli step fondamentali che ogni azienda può adottare per garantire la propria regolarità sulle licenze, come stabilire una politica formale sull’uso dei software con licenza e il mantenimento di un registro dettagliato. Le aziende dovrebbero prendere in considerazione l’attuazione di programmi più strutturati di Software Asset Management, che seguono linee guida accettate a livello internazionale”.

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