29/11/2021 di Redazione

Sale la copertura 5G in Italia, si attendono le applicazioni

Secondo l’Osservatorio Ultra Broadband di Ey, oltre 7.500 comuni sono stati raggiunti dalla nuova tecnologia di comunicazione. Sullo sviluppo dei servizi, pesa, fra l’altro, anche la penuria di componenti, per cui le prime vere concretizzazioni potranno a

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A che punto siamo in Italia con la copertura 5? Il fermento digitale del periodo è palpabile anche in Italia. Diversi sono i fattori che concorrono a spingere verso l’innovazione in diversi settori. Ernst&Young (Ey) pone l’accento sulla convergenza fra tecnologia e data analytics per spingere in direzione dell’ammodernamento dei processi, ma anche dell’integrazione della sostenibilità nel core business delle aziende.

A supporto di un simile percorso evolutivo, occorrono soluzioni definite come componibili, ovvero utilizzabili come fossero dei mattoncini Lego, in grado di incastrarsi tra loro in molti modi diversi, modificabili con semplicità e adattabili ad ogni situazione.

Alla base, si trovano elementi infrastrutturali come il 5G, che l’Osservatorio Ultra Broadband prodotto da Ey ha stimato aver ormai raggiunto una copertura del 95% della popolazione italiana, superando i 7.500 comuni: “C’è stata una clamorosa impennata negli ultimi quindici mesi”, fa notare Irene Pipola, consulting Tmt (Telco, Media & Tech) leader di Ey Italia. “Dopo le sperimentazioni del 2017 e 2018, l’anno successivo si è registrato il lancio commerciale dei primi servizi. Ma fino alla metà del 2020, eravamo in una situazione di calma piatta. Nell’ultimo periodo, siamo passati dal 10 al 95% di copertura”.

Il ricercatore individua soprattutto nel lavoro di WindTre il motorino d’avviamento di questa profonda accelerazione: “La fusione fra le due preesistenti società e il relativo rinnovamento della rete ha dato il via a una spinta che oggi coinvolge anche gli altri operatori”, osserva Pipola. Il prossimo stadio di avanzamento sarà rappresentato dalla diffusione del 5G stand alone, ovvero della rete che dispone delle proprie installazioni e non si appoggia più a quelle 4G. Questa strada comporta miglioramenti significativi in ​​termini di velocità e latenza per gli utenti ed è completamente indipendente dalla rete 4G. Realizzare un’infrastruttura stand alone completa richiede investimenti pesanti, poiché è necessario implementare nuove piattaforme (in particolare nella parte core della rete).

 

Irene Pipola, consulting Tmt leader di Ey Italia

 

Questo tipo di copertura è destinato ad aumentare, accanto alla competizione fra operatori, che andranno a servire gli stessi comuni: “Ci attendiamo una copertura inizialmente orizzontale”, prevede Silvio De Marinis, senior manager performance improvement Tmt, “per poi andare a lavorare su aree industriali o zone periferiche ma rilevanti per gli insediamenti produttivi”.

Il vero problema italiano è che ancora non sono partite le applicazioni in settori attesi da un forte sviluppo legato al 5G, come per esempio l’automotive o la sanità. Per arrivarci, occorre ancora superare qualche limite legato ai costi e anche elementi congiunturali, come la penuria di componenti che affligge soprattutto l’Europa e che impedisce di poter lavorare serenamente sull’hardware, i device o la sensoristica, che sono parti integranti dei progetti in questi contesti. Quali saranno, dunque, i tempi prevedibili per una diffusione più capillare? “Probabilmente nel 2023 arriveranno i primi servizi 5G autentici”, azzarda Pipola, “ma per il completamento della rete e il raggiungimento della maturità occorrerà aspettare almeno il 2025”.

I dati positivi sono che la distribuzione della copertura già oggi appare molto uniforme sul territorio e che, tutto sommato, l’Italia non sembra in eccessivo ritardo rispetto ad altri paesi: “Certi ambiti, come il Fixed Wireless Access, sono già sviluppati, con applicazioni create da realtà come Fastweb o Linkem”, sottolinea Pipola, “mentre use case in ambito industriale appaiono ancora a livello di sperimentazione rispetto ad altre nazioni. Saranno questi a dare la spinta, com’è accaduto in Asia sull’onda della domanda del gaming”.

 

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