19/07/2017 di Redazione

Whatsapp bloccato per alcune ore in Cina

È possibile che il disservizio non sia di natura tecnica ma sia stato pilotato dal governo, come ricostruito dal New York Times. Nel Paese asiatico risultano bloccati da tempo anche Facebook, Instagram e Telegram.

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Whatsapp sarebbe caduto sotto la scure del Great Firewall cinese. Nella giornata di ieri diversi utenti del Paese del Dragone hanno postato online, aggirando quindi la censura di Pechino, foto e video di problemi con l’applicazione di proprietà di Facebook: per molte ore è stato letteralmente impossibile scambiare contenuti sulla piattaforma, anche semplici messaggi. Il “disservizio” è poi rientrato questa mattina, ma è quasi certo che il malfunzionamento non sia di natura tecnica e che dietro si celi la mano del governo. La tesi è stata corroborata dal New York Times, che ha citato una fonte anonima la quale ha indicato come primo responsabile dei problemi il Great Firewall attivo nel Paese asiatico.

L’incidente capitato a Whatsapp è solo l’ultimo di una lunga serie di disservizi che hanno colpito applicazioni e piattaforme digitali occidentali in Cina. Il sistema di censura messo in piedi da Pechino è capillare, ma è comunque possibile aggirarlo. È sufficiente chiedere ad attivisti e oppositori, che sfruttano le falle nel muro e le reti virtuali private (Vpn) per far sentire la propria voce all’estero e, soprattutto, per accedere a contenuti vietati.

Ma le cose potrebbero cambiare a breve. A fine maggio il l’Assemblea nazionale del popolo, su mandato del presidente Xi Jinping, ha infatti approvato una legge che rappresenta un ulteriore giro di vite sulla libertà di espressione nel Paese. La norma, entrata in vigore il primo giugno, prevede che tutti i dati degli utenti vadano obbligatoriamente conservati su server cinesi, anche in caso di servizi erogati da aziende straniere (e anche in cloud).

Va da sé che il governo avrà il diritto di accedere alle informazioni in qualsiasi momento, ma solo per far sì che “Internet possa rappresentare un vero beneficio per la gente e il Paese”, ha commentato Xi. Inoltre, l’ente che regola le telecomunicazioni ha già fatto sapere che dal prossimo febbraio verranno vietate le Vpn non autorizzate. Togliendo così alle voci critiche un’arma fondamentale per bypassare la censura.

L’applicazione di messaggistica più diffusa in Cina, e strettamente sorvegliata, è Wechat, che per oltre 900 milioni di utenti rappresenta un vero e proprio mondo di servizi digitali, con cui è possibile anche inviare e ricevere denaro. Whatsapp è molto meno popolare, ma dopo il recente blocco di Telegram era diventata un’alternativa valida per i dissidenti. Nel Paese del Dragone non sono accessibili da tempo né Facebook né Instagram.

 

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