06/09/2024 di Roberto Bonino

Italia indietro sull’AI, si può per crescere ma servono competenze

L’aggiornamento dello studio di Teha Group, condotto in partnership con Microsoft, indica come l’intelligenza artificiale possa far crescere il Pil annuale fino a 312 miliardi di euro. La consapevolezza non difetta alle aziende, ma soprattutto le Pmi restano ancorate a paure e limiti strutturali.

Immagine generata con l'AI

Immagine generata con l'AI

Ormai, non c’è un’azienda in Italia che non abbia ancora fatto passi in direzione dell’adozione dell’intelligenza artificiale. Lo certifica lo "AI 4 Italy: from theory to practice - Verso una politica industriale dell’IA Generativa per l’Italia", realizzato dal Teha Group (The European House – Ambrosetti), in collaborazione con Microsoft Italia, come aggiornamento a una prima ricerca sul tema rilasciata a settembre 2023. Il documento evidenzia la necessità di posizionare l'Italia come leader nell’innovazione, alla luce di dati e tendenze che testimoniano come la competitività del Paese dipenderà dalla capacità di integrare l’AI nel sistema economico in maniera strutturata e sostenibile.

Uno degli aspetti più rilevanti emersi dallo studio riguarda l’impatto che l’AI generativa può avere sull'economia nazionale, in particolare sul marchio Made in Italy: “L'adozione diffusa di queste tecnologie potrebbe portare a un incremento fino a 312 miliardi di euro al PIL annuale nei prossimi 15 anni, rappresentando una crescita potenziale del 18,2%”, ha rimarcato Corrado Panzeri, partner di Teha. “Le piccole e medie imprese, che costituiscono la spina dorsale della nostra economia, potrebbero registrare un aumento di 122 miliardi di euro in valore aggiunto”.

Un impatto significativo è atteso anche sulle esportazioni, con stime che parlano di un aumento dei margini fino a 121 miliardi di euro, pari al 19,5% dei ricavi totali dell’export manifatturiero italiano. Settori strategici come l'ingegneria meccanica e la farmaceutica potrebbero registrare incrementi sostanziali, rispettivamente di 20 miliardi di euro e 13 miliardi di euro.

Corrado Panzeri, partner di Teha e Vincenzo Esposito, Ceo di Microsoft Italia

Corrado Panzeri, partner di Teha e Vincenzo Esposito, Ceo di Microsoft Italia

Oltre a contribuire alla crescita economica, l’AI generativa si dimostra un potente strumento per migliorare la produttività: “Tra le aziende che hanno già introdotto queste tecnologie, il 47% ha registrato aumenti della produttività superiori al 5%, mentre il 74% ha ottenuto miglioramenti di oltre l'1%”, ha fatto notare Donatella Sciuto, rettrice del Politecnico di Milano. Questi risultati sono particolarmente rilevanti considerando che la produttività del Paese è cresciuta solo dell'1,6% negli ultimi due decenni.

Nonostante le opportunità offerte dall’AI generativa, l'Italia deve affrontare l’importante tema del divario di competenze. Il rapporto Teha-Microsoft indica che il 63% degli imprenditori italiani ritiene che le competenze legate all’AI siano ancora poco diffuse: “L'Italia occupa il settimo posto in Europa per i programmi di studio dedicati all’AI e si classifica solo al 16° posto tra i paesi Ocse per la diffusione di competenze nel settore”, ha ripreso Panzeri.

Questa carenza di competenze, unita alla fuga di cervelli, rappresenta un ostacolo significativo per il futuro dell'innovazione nel Paese. Molti talenti formati qui emigrano verso paesi che offrono migliori opportunità lavorative: “Diventa quindi cruciale rafforzare l'offerta formativa e creare un ecosistema di innovazione capace di trattenere i nostri talenti e attrarre quelli internazionali", ha confermato Sciuto.

Donatella Sciuto, rettrice del Politecnico di Milano

Donatella Sciuto, rettrice del Politecnico di Milano

Il divario nelle competenze si riflette anche nel ritmo degli investimenti in AI. Nel 2023, infatti, l'Unione Europea ha contribuito solo al 4% dello sviluppo globale dei modelli di IA Generativa, contro il 69% degli Stati Uniti. L’ecosistema italiano si colloca al 20° posto a livello mondiale in termini di investimenti in startup e scale-up legate a questo fronte di innovazione.

Per capitalizzare le opportunità offerte dall’AI generativa, lo studio "AI 4 Italy" indica le competenze, l’innovazione e la governance come aree chiave su cui concentrare gli sforzi. In termini di proposte concrete, che però richiedono notevoli sforzi anche a livello istituzionale, viene indicata innanzitutto la necessità di mettere a punto un piano nazionale di alfabetizzazione sull’AI, che parta dalle scuole primarie e arrivi fino alle università. Occorre, poi, l’adozione di una strategia AI per l’Industria 5.0, con risorse adeguate per integrare gli strumenti innovativi soprattutto nel settore manifatturiero. È altresì necessario affidare alle istituzioni esistenti un ruolo strategico nella gestione e nello sviluppo dell’AI, integrandole nella pianificazione economica e industriale del Paese.

Anche i principali player del settore dovrebbero contribuire a questa visione evolutiva del sistema Paese. Microsoft sta provando a fare la propria parte, per esempio con il lancio, avvenuto lo scorso anno, dell’AI Lab, un programma volto ad affiancare le aziende ed enti pubblici nell’adozione responsabile di queste soluzioni e nell’individuazione di scenari d’uso per settori verticali e dimensioni aziendali: “Abbiamo già avviato oltre quattrocento progetti, coinvolgendo realtà come Saipem, Campari e Sace, fra le altre”, ha sottolineato Vincenzo Esposito, Ceo di Microsoft Italia. “Ma siamo molto attivi, direttamente e tramite la nostra rete di 14mila pertner, anche nella formazione. Una leva su cui puntiamo riguarda la produttività, legata alla qualità del lavoro. Abbiamo stimato che l’uso di Copilot porti a un risparmio giornaliero dai 20 ai 40 minuti di tempo lavorato per persona. Questi sono elementi comprensibili anche per le Pmi e possono fungere da base per un’adozione più convinta e strutturata dell’AI”.

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