29/04/2025 di Valentina Bernocco

Non solo hyperscale, all’Italia servono data center “umili ma premium”

Mediterra DataCenters punta a realizzare una rete di infrastrutture tier IV, vicine al territorio e connesse tra di loro, capaci di attrarre service provider e aziende utenti.

(Immagine generata dall'AI)

(Immagine generata dall'AI)

Non è un mistero che i grandi hyperscaler del cloud computing, nella corsa all'ampliamento della propria rete di data center, abbiano investito finora soprattutto su Milano e che lo abbiano fatto per ovvie ragioni di domanda (la grande quantità di imprese concentrata nel capoluogo lombardo) e di disponibilità di connessioni veloci. Ma tanti altri territori, finora un po’ snobbati dagli investimenti delle Big Tech, sono culla di imprese che hanno bisogno di servizi connettività, cloud, colocation. Qui, anziché infrastrutture colossali o AI factory imbottite di Gpu, servono piuttosto “data center umili, ma premium”, affidabili, performanti e sicuri, per l’operatività quotidiana delle aziende.

La definizione  tra virgolette è di Emmanuel Becker, veterano del settore (già managing director per l’Italia di Equinix e ancor prima country manager di Data4), francese che però parla del nostro Paese e dei suoi abitanti usando la prima persona plurale. Ripetuta con orgoglio, quell’espressione, “umili ma premium”, in conferenza stampa per parlare delle nuove ambizioni di Mediterra DataCenters, azienda di cui Becker è Ceo dallo scorso luglio.

Sostenuta dal fondo Peif III (Pan-European Infrastructure III), gestito da Dws Invest Global Infrastructure, Mediterra è nata per rispondere alla domanda inevasa di centri di elaborazione dati in territori strategici, non solo nell’area di Milano, ma ovunque ci siano aziende manifatturiere, istituzioni bancarie, imprese di medie, piccole o grandi dimensioni che vogliano o debbano tenere i propri dati vicino a sé. L’offerta include servizi di hosting, colocation e connettività per aziende utenti e service provider di vario tipo, e si punta a garantire un livello di qualità e sicurezza superiore al Tier IV.

Emmanuel Becker, Ceo di Mediterra DataCenters

Emmanuel Becker, Ceo di Mediterra DataCenters

La strategia di Mediterra

“Vogliamo portare i data center premium, solitamente collocati intorno a Milano, sul territorio,  sulle zone strategicamente più importanti in termini di bisogno digitale, e lo faremo sfruttando la nostra capacità di attrarre i service provider locali”, ha spiegato Becker ai giornalisti. “Inoltre vogliamo dare a questi attori locali un luogo in cui poter creare un ecosistema digitale, collegandosi tra loro e creando valore nel territorio”. L’idea è quella di non limitarsi a offrire servizi alle aziende utenti finali, bensì in qualche modo portare i service provider verso i clienti, dotando i fornitori di servizi di “infrastrutture digitali in un certo livello, un livello premium in fatto di performance, resilienza, sicurezza e sostenibilità”, ha detto l'amministratore delegato.

“Si dice spesso che il mondo dei data center è lento, perché ci vuole tempo per avere i permessi, per la fornitura di energia e per il passaggio all’operatività”, ha proseguito. “E il tempo è contrario alla rapidità del mondo digitale. Il modello di data center che vogliamo portare sul territorio è, sì, di livello premium ma umile. Non andremo sul livello hyperscale e non ci collegheremo all’alta tensione, perché servirebbero anni per ottenere un collegamento. Sulla media tensione, che è la nostra scelta, bastano mesi”.

Una calamita per i service provider

Grazie all’impostazione carrier-neutral, Mediterra ospiterà nelle proprie infrastrutture più fornitori di connettività, e in particolare Internet Exchange (IX) nazionali e internazionali. La società punta a connettere in rete, con un software-defined network, tutti i propri siti, e in per permettere così ai ai service di essere virtualmente presenti in ogni data center, raggiungendo anche clienti che sono geograficamente lontani. Per garantire la minima latenza si sfrutteranno i point-of-presence di diversi Internet Exchange e una configurazione avanzata con quattro entrance room per i Carrier e due Meet-me Room. Per i clienti finali tale approccio è vantaggioso non solo in termini di possibilità di scelta del provider ma anche di resilienza, perché il rischio viene ripartito su più  point-of-presence.

“I service provider hanno un effetto magnetico, sono legati tra di loro, hanno bisogno uno dell’altro e di vicinanza fisica. Ed è raro che un cliente si affidi a un fornitore solo”, ha fatto notare Becker. “Creando dei digital hub regionali, con domanda centralizzata, potremo attrarre i service provider. All’inizio può darsi che continuino a erogare i propri servizi da Milano o addirittura da Francoforte, ma quando il digital hub inizia ad avere un certo peso e una concentrazione della domanda, allora si sposteranno su data center locali”.

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L’investimento sull’Italia

“La nostra mission è sostenere la diffusione dei data center nelle aree regionali per portarle sempre più vicino agli utenti che hanno l’esigenza di accedere al mondo del Cloud o dell’AI, ma che non risiedono nelle cosiddette città FLAP-like, come Francoforte, Londra, Amsterdam, Parigi e Dublino”, ha dichiarato Becker. “Questo approccio non rappresenta solo un miglioramento nella qualità e prossimità di accesso ai dati per gli utenti, ma si traduce anche in una importante riduzione dei costi immobiliari e nell’opportunità di costruire strutture più grandi e all’avanguardia, minimizzando i costi operativi”.

Come il nome suggerisce, Mediterra ha tra i propri obiettivi i mercati dell’Europa Meridionale ma è partita dall’Italia investendo, lo scorso anno, su Roma: ha acquisito e sta ampliando Cloud Europe, il primo data center carrier-neutral certificato Tier IV del Centro-sud. In questa infrastruttura, collocata nel Tecnopolo Tiburtino di Roma, Mediterra ha già impegnato 80 milioni di euro. Oltre alla grande sala macchine, il sito di Cloud Europe include anche uffici e prossimamente ospiterà degli spazi dedicati ai clienti e partner di Mediterra.

Perché cominciare dallo Stivale? “L’italia è la terza potenza economica europea e una delle prime al mondo”, ha osservato Becker. “Immaginate la potenza digitale che potremmo avere. Se non ce l’abbiamo è perché continuiamo ad affidare il digitale ad altri. quindi dobbiamo colmare questa discrepanza e noi vogliamo esserne parte”. Beneficiamo anche di una posizione geografica privilegiata per erogare servizi verso altre nazioni, come quelle dell'Est Europa o dell’Africa.

Trasformatori di energia

Mediterra si è anche impegnata a operare come “un vero trasformatore di energia”: lo farà massimizzando il riuso del calore prodotto dai suoi data center, calore metterà a disposizione del territorio. Inoltre l’azienda sottoscriverà accordi per la fornitura di energia derivata da fonti rinnovabili. Terzo aspetto: il consumo di suolo, che verrà ridotto al minimo privilegiando l’opzione brownfield.

“Per i nostri data center non abbiamo bisogno di spazi giganteschi e non abbiamo bisogno di “consumare” del territorio”, ha detto Becker. “Sul territorio ci sono molte zone industriali con edifici abbandonati, e questa è anche occasione per riqualificare il Paese con dei data center che non saranno cemento grigio”.

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