Il cloud computing è una destinazione inevitabile per le aziende, una risorsa di cui ormai non si può più fare a meno. In un mondo in cui il lavoro remoto si è consolidato, anche superate le esigenze figlie della pandemia, molte applicazioni e molti processi aziendali poggiano su, o meglio sul multicloud ibrido, cioè su ambienti on-premise e off-premise, accostando diverse “nuvole” di differenti fornitori. Tutto questo, come noto, ha incrementato la complessità e i rischi di cybersicurezza. Quali sono oggi le preoccupazioni delle aziende legate al multicloud, e come affrontarle? La sicurezza è al primo posto, seguita dalla difficoltà di gestire molti dipendenti che lavorano a distanza.
Così emerge da uno studio commissionato da Cisco a 451 Research e basato su 2.500 interviste a decisori IT e professionisti responsabili di cloud, DevOps e reti di altrettante aziende di 13 Paesi. Alla domanda su quali siano le principali sfide affrontate nel loro lavoro, il 51% ha citato la sicurezza del cloud e il 39% il crescente numero dei collaboratori in smart working.
Per quanto riguarda, nello specifico, l’ambito del networking, la sfida principale è riuscire a fornire un accesso sicuro alle applicazioni distribuite in ambienti diversi, on-premise o in differenti cloud (elemento citato dal 41% dei rispondenti). Altri faticano ad avere visibilità end-to-end lungo tutta la catena di distribuzione dei servizi digitali, ad esempio tra utente e infrastruttura cloud (31%).
Tutto questo non stupisce, considerando quanto complessi e compositi stanno diventando gli ambienti IT aziendali. Il 92% delle realtà esaminate si appoggia a più fornitori di public cloud per esigenze di infrastruttura come calcolo, storage e backup (il 58% ha due o tre fornitori di IaaS, il 31% ne ha tra quattro e dieci, il 3% supera dieci), e che il 69% ha almeno cinque fornitori di Software as-a-Service (il 45% ne ha tra cinque e i dieci, il 23% ne conta tra 20 e 100, il 2% supera il centinaio).
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Cisco, "2023 Global Networking Trends Report", maggio 2023
Nonostante questi problemi, le aziende non smetteranno di utilizzare il cloud scegliendo tra le molte opzioni possibili (e sommandole tra loro) a seconda delle esigenze da risolvere, delle specificità e dei vantaggi offerti. Attualmente il 63% delle aziende del campione ospita in cloud più del 40% dei propri dati, e un altro 15% prevede di farlo da qui al 2025. Per molti (42%) il ricorso a più fornitori è un modo per garantire uno sviluppo più agile e scalabile delle applicazioni .
“Il lavoro a distanza e quello ibrido sono una realtà destinata a rimanere”, ha commentato Fabrizio Gergely, architecture sales leader di Cisco Italia. “L’adozione di più cloud sta accelerando ma fornire connessioni sicure e coerenti a dipendenti, dispositivi e applicazioni altamente distribuiti, continua a rappresentare una sfida a causa della continua espansione del panorama delle minacce e della complessità degli strumenti e delle procedure a disposizione dei team che si occupano di networking, cloud e sicurezza. Da soli, non sono in grado di garantire connessioni sicure né di fornire le esperienze digitali e l'agilità di cui le aziende hanno bisogno per competere. La maggior parte dei leader IT lo sa e per tale motivo sta testando modelli operativi innovativi per rispondere a queste esigenze in continua evoluzione”.
A detta di Cisco, la risposta ad alcuni di questi problemi è l’adozione di un’architettura Sase (Secure Access Service Edge), espressione coniata da Gartner e ormai comunemente utilizzata dai vendor che si occupano di reti e di sicurezza. Il Sase fa convergere su un’unica architettura funzionalità Wan di accesso alla rete e funzionalità di cybersicurezza, come Web gateway e Ztna (Zero Trust Network Access). Tra gli intervistati, il 47% prevede di utilizzare entro due anni un modello Sase per connettere le filiali e i client remoti alla rete aziendale.
“Ciò che emerge chiaramente dal report sono i benefici derivanti dal passaggio a un’architettura Sase, affermazione confermata da quasi la metà degli intervistati”, ha aggiunto Gergely “Inoltre, un modello Sase cloud-centric sfrutta la potenza dei dati per offrire funzionalità come la visibilità end-to-end e l'analisi predittiva, fondamentali per garantire un'esperienza utente coerente”.