Google, anzi Alphabet, sfida Microsoft e il suo ChatGpt con Bard. E la cinese Baidu non resta a guardare. Di ChatGpt, il programma chatbot capace di creare testi, si parla ormai quotidianamente e Microsoft (con i suoi 10 miliardi di dollari di investimenti pianificati in OpenAI, la società sviluppatrice) crede evidentemente che non sarà un fuoco di paglia. Lo pensa, probabilmente, anche Alphabet: la holding proprietaria di Google sta sviluppando una tecnologia simile, battezzata Bard. Si tratterà di un servizio di chatbot e di intelligenza artificiale destinato sia agli sviluppatori sia al potenziamento del motore di ricerca di Google.
Per la società di Mountain View l’AI non è certo un terreno inesplorato. Basti pensare alla divisione Googl AI e a DeepMind, azienda britannica acquisita nel 2014 e specializzata in deep learning e neuroscienze. Alphabet, inoltre, sull’intelligenza artificiale generativa ha prodotto studi teorici e modelli di diffusione che ritroviamo in molte delle applicazioni comparse sulla scena successivamente.
Due anni fa l’azienda ha svelato nuove capacità conversazionali e di comprensione del linguaggio basate su LaMDA (Language Model for Dialogue Applications), tecnologia sviluppata dalla stessa Alphabet. Da allora, per due anni, è stato testato un nuovo servizio di AI conversazionale soprannominato Bard e capace di mettere insieme potenza di calcolo, capacità di ragionamento e creatività (o almeno un’abilità artificiale assimilabile alla creatività umana).
“Bard”, ha spiegato il Ceo di Alphabet e Google, Sundar Pichai, “può essere uno sbocco per la creatività a un trampolino di lancio per la curiosità, che aiuta a spiegare a un bimbo di nove anni le nuove scoperte del telescopio spaziale James Webb della Nasa, o per saperne di più sui migliori attaccanti di calcio del momento, o per dare consigli su come migliorare le vostre competenze”.
In un primo momento, Bard sarà reso disponibile in formato “light”, cioè basato su una versione di LaMDA più leggera, meno esigente in termini di capacità di calcolo necessaria per l’esecuzione. Alphabet punta a raggiungere più utenti e a raccogliere, così, un maggior numero di feedback per futuri miglioramenti della tecnologia. Bard dovrà fornire risposte in modo da garantire un’elevata qualità, sicurezza e fondatezza delle informazioni, e inoltre dovrà diventare sempre più veloce.
Per quanto riguarda gli utilizzi all’interno di Alphabet, il primo e principale destinatario sarà Google Search. Negli anni il motore di ricerca ha fatto passi da gigante per fornire sempre più pertinenti alle query, grazie ad algoritmi di intelligenza artificiale come Bert (Bidirectional Encoder Representations from Transformers) e poi Mum (Multitask Unified Model). Quest’ultima tecnologia, introdotta due anni fa, è “mille volte più potente di Bert”, ha sottolineato Pichai, e può estrarre informazioni non solo da testi ma anche da immagini, video e audio.
Si basano su queste capacità alcune nuove applicazioni sviluppate dai ricercatori di Google, come LaMDA (tecnologia conversazionale), PaLM (usata per il training di grandi reti neurali), Imagen (applicazione che crea immagini a partire da comandi testuali) e MusicLM (programma che compone tracce musicali).
Esempio di domanda complessa e di risposta fornita da Google grazie a Bard (immagine: Alphabet)
Presto, con il contributo di Bart, il motore di ricerca di Google potrà rispondere a query sempre più complesse e articolate, nelle quali l’utente vuole esplorare un argomento, diverse opinioni e prospettive. “L’AI può essere utile in questi casi”, ha proseguito Pichai, “sintentizzando insight su domande per cui non c’è una risposta corretta. Presto vedrete in Search delle funzionalità basate su AI che sintetizzano informazioni complesse e prospettive multiple in formati di facile lettura, così che possiate capire velocemente il quadro generale e apprendere di più dal Web”. Le nuove funzionalità inizieranno a comparire in Google Search “presto”, ha fatto sapere l’azienda.
Nel frattempo, dalla Cina, anche Baidu sta correndo per inseguire Microsoft e ChatGpt. L’azienda terminerà entro marzo i test su Ernie (acronimo di Enhanced Representation through Knowledge Integration), un modello di AI linguistica su cui Baidu lavora dal 2019. Questa tecnologia sembra racchiudere le funzionalità di ChatGpt e non solo, ovvero comprensione del linguaggio, creazione di testi e creazione di immagini a partire da testi (come fanno anche Dall-E, altra applicazione di OpenAI, e la citata Imagen di Alphabet).