10/12/2025 di redazione

ChatGPT e i modelli di OpenAI mettono radici nelle aziende

Nel giro di un anno, il numero di abbonamenti a ChatGPT Enterprise è cresciuto di nove volte. Ancora, però, non si sfruttano tutte le potenzialità.

Come procede, nelle aziende, l’adozione dell’intelligenza artificiale? Una domanda a cui molti report, di vendor e analisti, hanno già cercato di rispondere. Ora è OpenAI a farlo, con uno studio che fotografa l’evoluzione dell’utilizzo di ChatGpt e di altre tecnologie dell'azienda di Sam Altman. Il report, oltre ai numeri, sottolinea un cambiamento di sostanza e di approccio: anche solo rispetto a un anno fa, oggi l’intelligenza artificiale ha guadagnato importanza e credibilità. Viene utilizzata da più persone e più spesso nella routine lavorativa, ma soprattutto è ormai integrata in molti processi aziendali. 

Nel giro di un anno gli abbonamenti a ChatGPT Enterprise sono cresciuti di nove volte (in termini di “postazioni di lavoro” servite) e il numero di utenze di otto volte, ma soprattutto il numero di messaggi pro capite scambiati con il chatbot è salito del 30%. Questa crescita, a detta di OpenAI, riflette allo stesso tempo la maggiore frequenza e la maggiore “intensità” di utilizzo di questo strumento, e complessivamente è segno di una più spinta integrazione dell’AI nei processi aziendali chiave.

Ma ChatGPT, inteso come applicazione fatta e finita, è solo un aspetto del fenomeno. Ci sono anche gli utilizzi dei modelli GPT personalizzabili e dei Projects, cioè le interfacce configurabili con istruzioni, basi di conoscenza aziendali e azioni ricorrenti. Negli ultimi mesi, circa il 20% delle conversazioni delle aziende clienti è stato elaborato attraverso Custom GPT e Projects. Per gli LLM personalizzati, i casi d’uso più frequenti sono due: la consultazione e codifica di knowledge base tramite assistenti chatbot, il primo, e l’automazione dei workflow (tramite integrazione con sistemi IT aziendali) il secondo. L’API di OpenAI viene impiegata, come prima cosa, per creare o scalare applicazioni front-end, per esempio assistenti virtuali, interfacce per la ricerca testuale o per l’automazione.

Fonte: OpenAI, "The State of Enterprise AI", dicembre 2025

Fonte: OpenAI, "The State of Enterprise AI", dicembre 2025

I settori che, finora, hanno adottato le tecnologie di OpenAI su scala maggiore sono quello dei servizi finanziari e dei servizi professionali, scientifici e tecnici, ma la curva di adozione è più ripida per le aziende di informatica (il numero di clienti è cresciuto di 11 volte in un anno), la sanità (otto volte) e il manifatturiero (sette volte). Il report di OpenAI cita, tra i clienti più virtuosi, BBVA: la banca utilizza regolarmente oltre quattromila GPT.

Anche senza arrivare a questi livelli, in generale le aziende che usano l’intelligenza artificiale generativa raccolgono frutti in termini di produttività e impatto sul business, o così ci racconta OpenAI: il personale risparmia i media dai 40 ai 60 minuti di tempo ogni giorno, e il 75% degli utenti aziendali lavora più velocemente e con risultati qualitativamente migliori. Nel reparto IT, l’87% del personale grazie all’AI risolve i problemi più rapidamente; nel marketing, l’85% ha velocizzato l’esecuzione delle campagne; nelle risorse umane, il 75% vede un maggiore coinvolgimento del personale; il 75% degli ingegneri software ha velocizzato la creazione di codice.

OpenAI, però, non è ancora del tutto soddisfatta, e lo racconta con le statistiche. Tra gli utenti attivi di ChatGPT Enterprise, il 19% non ha mai chiesto al chatbot di analizzare dati, il 14% non ha sfruttato le capacità di ragionamento del modello e il 12% non l’ha interrogato per cercare informazioni. 

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