L’hype sull’intelligenza artificiale generativa si sgonfierà, come accaduto per altre innovazioni tecnologiche dirompenti o inizialmente considerate tali (pensiamo al metaverso)? Per molti analisti è ragionevole pensarlo, ma solo in una certa misura: una volta superati l’entusiasmo, la curiosità e la sperimentazione della novità, nelle aziende resteranno in piedi solo i progetti che apportano valore e che giustificano l’investimento.
Secondo nuove previsioni di Gartner, entro il 2025 le aziende abbandoneranno almeno il 30% dei progetti di AI generativa intrapresi, non proseguendo oltre la fase di proof-of-concept. Diverse le motivazioni: i risultati di scarsa qualità (direttamente figli della qualità dei dati), l’inadeguatezza dei controlli sui rischi, l’assenza di un chiaro valore per il business. E poi i costi, troppo elevati o non gestibili.
“Dopo l’hype dell'ultimo anno, i dirigenti aziendali sono impazienti di vedere dei ritorni sugli investimenti in GenAI, e tuttavia le aziende faticano a dimostrare e concretizzare valore”, ha dichiarato Rita Sallam, distinguished vice president analyst di Gartner. “Con l’allargamento del raggio delle iniziative, l’onere finanziario di sviluppare e distribuire modelli di GenAI è sempre più sentito”.
In particolare, nell’analisi di Gartner si dettagliano i costi incontrati dalle aziende a seconda dell’approccio adottato (uso di applicazioni di GenAI già pronte, utilizzo di API per app customizzate, affinamento con dati proprietari, creazione di modelli ex novo) e dei casi d’uso (assistenza alla programmazione, creazione di contenuti per le vendite, ricerca documentale, assistenti virtuali, Llm per il settore medico, finanziario e assicurativo), come mostrato nella tabella sottostante.
Si tratta di stime, con una forbice piuttosto ampia. “Sfortunatamente, con la GenAI non c’è una soluzione buona per tutti e i costi non sono prevedibili come quelli di altre tecnologie”, ha commentato Sallam. “La spesa compiuta, i casi d’uso su cui si investe e l’approccio nel deployment determinano i costi”.
Notiamo comunque, a margine dell’analisi di Gartner, che una percentuale di abbandono pari al 30% non è poi così drammatica. E che gli stessi analisti invitano le aziende a cambiare approccio nelle loro scelte di investimento: con l’AI generativa, rimarca Gartner, bisogna ragionare in termini di strategia a lungo termine, e non di semplice tattica.
A prescindere dall’approccio e dagli obiettivi di ciascuna azienda, imbarcarsi in progetti di GenAI richiede una “elevata tolleranza” all’eventualità di dover affrontare ulteriori costi in più momenti, dopo quelli iniziali, anziché attendersi un immediato ritorno sull’investimento. E questo potrebbe scontrarsi con la tradizionale mentalità dei direttori finanziari, non propensi a considerare voci di spesa per progetti dall’esito incerto.