09/06/2017 di Redazione

Facebook “coordina” i soccorsi nei disastri naturali

Nuovo progetto per il social network blu, che condividerà i dati della propria piattaforma con organizzazioni come l’Unicef e la Croce Rossa Internazionale per analizzare posizione e spostamenti delle persone in caso di eventi catastrofici, come terremoti

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Dopo il Safety Check, funzione che permette agli utenti di avvisare amici e parenti sul proprio stato di salute in caso di attacchi terroristici o eventi catastrofici, Facebook ha lanciato un nuovo progetto. In collaborazione con Unicef, Croce Rossa Internazionale, Programma alimentare mondiale e altri organismi, il social network svilupperà nuove “disaster maps” (mappe del disastro) e fornirà dati “aggregati e anonimi” alle tre organizzazioni, con l’obiettivo di migliorare l’assistenza in caso di eventi catastrofici. In questo modo sarà probabilmente più facile coordinare i soccorsi, localizzando le persone bisognose di aiuto e tracciando flussi e spostamenti improvvisi. Uno strumento per scattare un’istantanea di una determinata area geografica prima, durante e dopo il disastro.

“In base ai riscontri ottenuti da queste organizzazioni, forniamo diverse tipologie di mappe, che includono informazioni aggregate sulla localizzazione che gli stessi utenti hanno deciso di condividere su Facebook”, ha spiegato in un blog post Molly Jackman, public policy research manager dell’azienda di Menlo Park. Le tipologie di mappe messe a disposizione dal social network sono sostanzialmente tre.

Le “location density maps”, che mostrano dove si trovano le persone nelle aree colpite. La società californiana è in grado di confrontare le informazioni con archivi storici, come le stime della popolazione in base alle immagini fornite dai satelliti. “Comparare questi set di dati può aiutare le organizzazioni a capire meglio le zone coinvolte nel disastro naturale”, ha aggiunto Jackman. Le “movement maps”, invece, portano alla luce i flussi tra quartieri e città in un lasso di tempo di diverse ore.

Comprendere e approfondire questi pattern permette alle no profit di organizzare i soccorsi in modo più preciso, inviando risorse, mezzi e uomini là dove ce ne sia un bisogno maggiore. Infine, grazie al servizio Safety Check, Facebook potrà elaborare le notifiche degli utenti inviate ai propri contatti sulla piattaforma, per capire in quali aree i “check” sono minori o maggior e agendo di conseguenza. In futuro il social network cercherà di estendere il progetto, includendo anche altri organismi internazionali.

 

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