07/10/2024 di redazione

Google Search testa la “spunta blu” che aiuta a evitare truffe

L’azienda di Mountain View sta sperimentando un nuovo strumento che identifica, nella pagina dei risultati di ricerca, i siti Web autentici.

Google prova combattere le truffe online, in un universo sempre più popolato di siti Web fasulli, creati apposta per rubare dati o denaro o anche solo per attirare click, spesso imitando un’azienda o un marchio legittimi. Come scoperto da The Verge, Google sta sperimentando una nuova funzionalità associata al motore di ricerca, che segnalerà tra i risultati di Google Search i siti Web autentici e verificati, affiancandovi una “spunta di verifica” blu. In questo modo sarà più facile, per chi fa ricerche e shopping online, evitare di incappare in siti fraudolenti.

Non c’è un annuncio ufficiale, ma una portavoce dell’azienda, Molly Shaheen, ha sostanzialmente confermato: “Testiamo costamente funzionalità che aiutano gli acquirenti a identificare le attività online degne di fiducia, e al momento stiamo conducendo un piccolo esperimento in cui, su Google, si mostrano segni di spunta accanto ad alcune attività commerciali”.

Un giornalista di The Verge, Jay Peters, ha visto personalmente questi segni grafici nella pagina dei risultati di Google Search, sui siti di Microsoft, Meta, Epic Games, Apple, Amazon e HP. Passando il cursore del mouse sopra al checkmark, si apriva una finestra con il seguente avviso: “Questa icona viene mostrata perché segnali di Google suggeriscono che questa attività è ciò che dice di essere. Google non può garantire l’affidabilità di questa attività o dei suoi prodotti”.

Eseguendo, poi, il login su un altro account Google, il giornalista ha notato che sugli stessi siti Web non c’era traccia delle spunte blu, a dimostrazione del fatto che la società di Mountain View sta testando la visualizzazione della spunta blu solo su alcuni gruppi di utenti.

Per identificare i siti autentici Google impiega sistemi di analisi automatici e d’altra parte il motore di ricerca è da sempre, per l’azienda, uno degli ambiti di applicazione più importanti per le proprie tecnologie di machine learning. Il nuovo esperimento sembra essere un’estensione della funzionalità Brand Indicators for Message Identification (Bimi), già usata per mostrare spunte blu di verifica su Gmail, sia nella versione Web sia nell’app.

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