I servizi di intelligenza artificiale come ChatGpt possono abbandonarci da un momento all’altro, almeno temporaneamente. E forse dovremo abituarci all’idea, evitando di dipendere troppo da essi. Oggi larghe porzioni del Web, inclusi servizi come il chatbot di OpenAI ma anche il social network X, piattaforme come Shopify e applicazioni come Dropbox e Canva hanno dato problemi di funzionamento, impedendo a migliaia di utenti di svolgere le attività desiderate.
Per diverse ore, dalla mattinata di oggi, i citati servizi hanno funzionato a intermittenza, visualizzando messaggi di “errore 500”, ovvero “Internal Server Error”: significa che il server ha riscontrato un problema interno imprevisto e non riesce a completare la richiesta.
Alla base di tutto c’è stato un malfunzionamento dell'infrastruttura Web di Cloudfare, società che controlla uno tra i principali content delivery network della Rete. L’azienda ha fatto sapere di aver rilevato problemi di funzionamento dalle ora 6.40 di stamattina (Eastern Time), innescati da un "picco di traffico insolito". Cloudfare ha quindi distribuito un correttivo, avvisando sull’eventualità che persistessero “tassi di errore elevati” prima del ritorno alla normalità. “Non conosciamo ancora la causa dell’insolito picco di traffico”, ha comunicato Cloudfare. “Siamo tutti al lavoro per garantire che tutto il traffico sia servito senza errori. Successivamente ci dedicheremo a investigare la causa”.
Episodi come questo non sono una rarità, e talvolta possono sottendere all’origine un attacco DDoS (Distributed Denial-of-Service) finalizzato proprio a causare disordini e interruzioni di servizio. La stessa Cloudfare, in quanto primario fornitore di content delivery network e di Dsn, è stata più volte bersaglio di attacchi di questo tipo, come quello recente dello scorso giugno, in cui è stato raggiunto un picco di 7,3 Tbps (terabit al secondo) di traffico in entrata. Meno di un mese fa, invece, era stata la volta di Amazon Web Services, colpita da un attacco DDoS che – stando ai monitoraggi di Downdetector – ha avuto impatto su oltre duemila aziende nel mondo e ha prodotto più di otto milioni di segnalazioni di disservizi.
Non è scontato che l’episodio odierno sia frutto di un attacco informatico. In ogni caso, i “down” come quello di Cloudfare evidenziano quanto l’economia dei dati e delle applicazioni si regga su infrastrutture sempre più estese ma anche centralizzate nelle componenti fondanti, come appunto i network di distribuzione dei contenuti e i servizi di Domain Name System. “Siamo orgogliosi del fatto che oltre il 20% del Web e il 300% delle aziende Fortune 1.000 facciano affidamento su Cloudflare”, scriveva l’azienda tre anni fa. Internet è un sistema parcellizzato, ma la sua organizzazione gerarchica implica la rischio di effetti a cascata in caso di attacchi o malfunzionamenti di altro genere nelle strutture a monte. Nonostante il termine “cyber resilienza” sia stato uno dei tormentoni degli ultimi anni in campo IT, Internet e i servizi basati su Web, inclusi i chatbot di AI generativa, sono ben lontani da questo obiettivo.