26/05/2017 di Redazione

Il nuovo chip russo prova a fare il solletico a Intel e Amd

L’azienda pubblica Ruselectronics ha svelato un computer desktop dotato del processore Elbrus-8s, progettato nel Paese e costruito dalla taiwanese Tsmc. Si tratta di una Cpu a 28 nanometri e otto core, con “avanzate funzioni di sicurezza”, anche se non si

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La Russia prova a mostrare i muscoli nel campo dei processori. Anche se, al momento, la prestanza fisica effettiva è decisamente deludente. Nelle ultime ore Ruselectronics, controllata da Mosca, ha svelato le prime immagini di un computer dotato di chip Elbrus-8s, progettato completamente nel Paese (anche se l’effettiva realizzazione è stata affidata alla taiwanese Tsmc). La Cpu è la nuova generazione della famiglia Elbrus, nata in seno al Moscow Center of Sparc Technologies, ente statale fondato nel 1992 in seguito alla dissoluzione dell’Unione Sovietica. L’8s è un processore realizzato con processo a 28 nanometri e presenta otto core: secondo i produttori, è fino a cinque volte più veloce rispetto al modello 4s di precedente generazione e dispone di un numero di canali I/O otto volte maggiore.

Rispetto quindi alla versione presentata nel 2015, l’Elbrus-8s rappresenta sicuramente un passo avanti, ma è risibile se confrontato con le Cpu “americane” di Intel e Amd. Solo per fare un esempio, l’ultima architettura del colosso di Santa Clara, Kaby Lake, è basata su un processo produttivo a 14 nanometri. I recentissimi chip di Amd, invece, chiamati Ryzen Threadripper, arrivano a 16 core.

È ovvio che i progetti russi non sono votati alle performance, ma sono espressione della volontà del Cremlino di staccarsi il più possibile dalla tecnologia statunitense. Non a caso l’Elbrus-8s integra una serie di funzionalità che garantiscono un alto livello di sicurezza, anche se al momento Ruselectronics non ha specificato quali. Al momento la Cpu è stata montata su un computer desktop, ribattezzato Elbrus 801-Pc, su cui gira una distribuzione custom di Linux, chiamata Elbrus Os.

Il sistema operativo può eseguire non solo le applicazioni compatibili con l’architettura del chip russo, ma anche i set d’istruzioni x86/x86-64. I primi Pc dotati di questo nuovo processore dovrebbero arrivare sul mercato entro la fine di giugno. Per alimentare il proprio nazionalismo, la Russia (come ha fatto la Cina) ha investito in diversi progetti tecnologici che, come detto, riducessero la dipendenza dal know-how d’oltreoceano.

 

Credits: Rostec e The Next Web. La Cpu Elbrus-8s e il Pc russo

 

Oltre a far la guerra in tribunale a Google su Android, Mosca ha svelato a fine 2016 un sistema operativo mobile alternativo a quello del robottino verde di Big G, basato su Sailfish: la piattaforma verrà utilizzata nei dispositivi governativi e delle aziende pubbliche. Diversamente dalla Cina, però, la Russia non può ancora contare su grandi gruppi tecnologici che riescano a sfondare al di fuori dei propri confini, neanche nel mercato consumer. Che i nuovi Elbrus possano essere un primo passo? Difficile, se non impossibile, però mai dire mai.

 

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