29/11/2023 di redazione

Intelligenza artificiale, chi la utilizza ne è felice ma ci sono ostacoli

Secondo un sondaggio di Deloitte, il 59% delle aziende italiane usa l’AI e quasi tutte continueranno a farlo. Mancanza di competenze o di risorse finanziarie e incompatibilità con le tecnologie in uso sono alcuni dei freni.

intelligenza-artificiale-nelle-aziende-italiane-deloitte.jpg

L’intelligenza artificiale convince il mondo delle imprese: il 98% delle aziende italiane che già la utilizzano continueranno a farlo nei prossimi anni. Questo emerge da una nuova ricerca di Deloitte, che fa luce su un fenomeno in rapido sviluppo e di grande attualità, su cui si moltiplicano studi e previsioni (per esempio quelli di Microsoft e Ibm). Sul campione di aziende italiane intervistate, il 59% già utilizza soluzioni di intelligenza artificiale e su costoro quasi tutte (il 98%) sono intenzionate a continuare a farlo da qui ai prossimi tre anni.

Prevale l’utilizzo finalizzato ad automazione, ottimizzazione e gestione di processi (38%) e a seguire per l’analisi dei dati (16%), l’analisi e gestione dei rischi (15%). Meno frequente è l’uso dell’intelligenza artificiale all’interno di chatbot (13%), per attività di formazione dei dipendenti (8%) e  per la produzione di testo e/o immagini (applicazioni di questo tipo sono usate solo dal 3% delle aziende, qualificandosi per ora come un fenomeno consumer).

 

Attese e utilizzi dell’AI

L’AI non sembra una bolla destinata a scoppiare. Il 40% delle aziende italiane, stando alle interviste, aumenterà gli investimenti dedicati all’intelligenza artificiale nei prossimi tre anni, specie per rendere più efficiente la gestione dei dati (49%), per migliorare lo sviluppo sviluppo di prodotti e servizi (45%) e dei sistemi software (41%). Il 10% delle aziende progetta di investire per adeguare il capitale umano alle competenze sull’AI richieste, mentre il 5% non esclude operazioni societarie, acquisizioni, joint-venture, partnership e alleanze strategiche. 

Varie sono le attese che ruotano intorno all’AI: il 45% si aspetta una maggiore efficienza e produttività, il 40% una riduzione dei costi dell’azienda, il 23% pensa di poter avviare nuovi modelli di business, il 20% di diventare più reattivo ai cambiamenti esterni o più capace di controllare i rischi. Tra le  aree aziendali che più potrebbero trarre valore dall’AI, in testa le operations (49%), l’amministrazione e il controllo di gestione (34%), le infrastrutture e sistemi IT (30%), le  vendite (17%) e il comparto R&D e innovazione (13%). 

Si pensa anche al tema della sostenibilità: il 70% delle aziende è interessato ad applicazioni di AI che riguardano l’efficienza energetica (e in questo caso, oltre che all’ambiente, si pensa alla riduzione dei costi), il 57% a soluzioni per la riduzione dell’inquinamento, il 41% a soluzioni per l’economia circolare.

 

intelligenza artificiale generica cervello.jpg

Timori e ostacoli per le aziende

Non mancano, ovviamente, timori e riserve. Le aziende segnalano come ostacolo all’adozione dell’AI la mancanza di conoscenze e competenze tecniche (40%), l’incompatibilità tecnologica con i sistemi attuali (37%) e la carenza di adeguate risorse finanziarie (31%, percentuale che tra le aziende del Meridione sale al 47%), e ancora la difficoltà nella raccolta e gestione dei dati (27%) e l’immaturità del mercato o settore di riferimento (17%). In generale, prevale l’idea che per un’adozione estesa dell’AI servirà tempo, mentre attualmente abbia un costo proibitivo per molte aziende (66%). Il 70% crede che la collaborazione fra pubblico e privato sarà imprescindibile per delineare un quadro normativo equo ed efficace sull’AI, e il 68% pensa che  per un’AI etica e responsabile sia fondamentale regolamentare la tecnologia AI fin dalle prime fasi della progettazione.

Il sentiment dei consumatori

Nell’ultimo anno l’AI generativa è entrata nella vita quotidiana di molte persone, anche al di fuori della sfera lavorativa. Il 43% dei consumatori la usa per ottenere rapidamente delle traduzioni di testi e il 36% pensa che continuerà ad usarla per tale scopo. Grande successo anche per gli assistenti vocali (ma in questo caso non si tratta solo di AI generativa): il 40% ne fa uso e il 29% continuerà a sfruttarli. Molto utili anche le previsioni del traffico in tempo reale, che sono adottate dal 37% e continueranno a essere usate da un cittadino su tre. Il 25% ha provato applicazioni per la generazione di testo, come ChatGPT e Bard, e il 15% continuerà a usarle.

Solo il 17% degli italiani rientra nel gruppo dei “grandi conoscitori” dell’AI e solo il 19% è un assiduo utilizzatore. Il 42% si è detto preoccupato dei rischi legati all’AI e alle incognite future. Alla domanda “Farebbe amicizia con un’intelligenza artificiale?”, il 28% ha detto che la sola idea è inquietante o che non la reputa una cosa possibile, mentre il 31% ha risposto “probabilmente no”. 

 

scopri altri contenuti su

ARTICOLI CORRELATI