03/06/2025 di redazione

La frammentazione dei tool è un problema, Barracuda ha una risposta

Secondo uno studio di Vanson Bourne, il 65% delle aziende pensa di avere troppi strumenti di sicurezza in uso. Da qui il lancio di BarracudaOne, piattaforma potenziata dall’AI.

La proposta “cumulativa” di Barracuda

“Questa ricerca è un campanello d'allarme per le aziende che si affidano ancora a strumenti di sicurezza scollegati e isolati”,  ha commentato Neal Bradbury, chief product officer di Barracuda. "La gestione di un mosaico di soluzioni fa aumentare i costi e la complessità, creando al contempo punti ciechi che gli aggressori sono pronti a sfruttare. I team di sicurezza non possono permettersi di perdere tempo passando da un sistema all'altro mentre le minacce critiche non vengono individuate. La strada da seguire è chiara: il consolidamento e l'integrazione sono essenziali per la resilienza informatica”. 

Da qui il lancio di BarracudaOne, una soluzione “cumulativa” che consolida diversi strumenti in uso in un’unica piattaforma. In questo modo si permette ai team IT e in particolare ai Managed Service Provider (Msp) una semplificazione del lavoro, un maggior controllo e una gestione centralizzata degli ambienti informatici da proteggere. Altri vantaggi associati sono il risparmio di tempo e il taglio dei costi

La piattaforma unisce funzionalità di rilevamento, risposta alle minacce, threat intelligenza automatizzata e reporting, il tutto supportato dall’intelligenza artificiale (quella “avanzata e ben collaudata”, ha detto Barracuda, già presente da anni nelle proprie soluzioni). A beneficio soprattutto degli Msp, è presente un'interfaccia centralizzata che consente di gestire facilmente soluzioni e licenze di diversi clienti. BarracudaOne è disponibile senza costi aggiuntivi per Msp, partner di canale e clienti che già utilizzano le soluzioni Email Protection, Cloud-to-Cloud Backup e Data Inspector di Barracuda. 

Quota di professionisti IT che pensano di avere troppi strumenti di cybersicurezza in uso (Fonte: Barracuda, Vanson Bourne)

Quota di professionisti IT che pensano di avere troppi strumenti di cybersicurezza in uso (Fonte: Barracuda, Vanson Bourne)

Troppi strumenti di cybersicurezza da gestire, spesso impossibili da integrare fra loro: è un problema noto per le aziende. Perdita di tempo, perdita di visibilità, falsi positivi, impossibilità di riconoscere le priorità sono alcune delle conseguenze dell’eccesso di alert che sommergono quotidianamente gli amministratori IT e i responsabili della cybersicurezza.

Periodicamente escono studi sul tema e fresco di annuncio è quello realizzato da Vanson Bourne per Barracuda su un campione di duemila responsabili IT e di cybersicurezza di aziende tra i 50 e i duemila dipendenti. I mercati rappresentati sono Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Germania, Austria, Svizzera, Benelux, Paesi scandinavi, India, Giappone e Australia.

Dalle interviste emerge che il 38% dei professionisti è preoccupato per la crescente complessità del sistema di difesa cyber della propria azienda. La percentuale sale al 42% nelle aziende di grande dimensione, al 48% nelle realtà del settore sanitario, al 42% nella sanità. Ma è ancora più alta, 65% la quota di professionisti IT convinti che la propria azienda utilizzi troppi strumenti diversi. Inoltre per il 53% tali strumenti non possono essere integrati, e dunque si creano ambienti frammentati, difficili da gestire e da proteggere. 

Per l’80% degli intervistati, la mancanza di integrazione fa anche allungare i tempi di gestione della cybersecurity, per l'81% da aumentare i costi, mentre per il 77% ostacola il rilevamento delle minacce e per il 78% rende più difficili le azioni di risposta. Solo meno di un terzo del campione, il 32%, è convinto che gli strumenti in uso siano configurati correttamente.

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