02/09/2024 di redazione

Manager italiani ben propensi verso l’AI, per il 24% ha già un impatto

Uno studio di EY mette in evidenza le opinioni sull’intelligenza artificiale nelle aziende italiane. Prima di noi solo Spagna e Svizzera.

L’Italia è tra i capofila dell’intelligenza artificiale in Europa. Così, almeno, ci racconta un nuovo studio di EY, secondo cui le nostre aziende seguono solamente quelle spagnole e svizzere, che paiono ancor più spinte sul percorso dell’AI. Va detto che sul tema dell’adozione dell’AI nelle aziende i dati sono spesso discordanti. Istat, per esempio, ha fornito un quadro modesto, stimando che nel 2023 fosse di appena il 5% la percentuale di imprese (dai dieci addetti in su) utenti di tecnologie di intelligenza artificiale, contro una media dell’Unione Europea pari all’8% La percentuale italiana saliva al 21% per le aziende del settore informatica e comunicazioni e al 16% tra i fornitori di energia.

I dati e le stime variano a seconda che si consideri questa tecnologia come la protagonista di progetti a sé stanti oppure come una componente integrata in soluzioni più ampie; o, ancora, che si consideri un’adozione strutturata e voluta dall’IT (estesa quindi a tutta l’azienda o a sue divisioni) oppure l’uso casuale su iniziativa dei singoli. E anche il campione d’indagine influisce sui risultati, dunque i ruoli professionali coinvolti e la dimensione aziendale possono essere variabili rilevanti.

Dati molto più incoraggianti arrivano dalla prima edizione dello studio “EY Italy AI Barometer” realizzato da EY su 4700 manager di nove Paesi europei, tra cui 528 italiani. Ne emerge un’Italia in pole position nell’adozione dell’AI: il 24% dei lavoratori già la utilizza, il 46% prevede un boom di questa tecnologia da qui a tre anni. Il 23,6% ha detto che il proprio lavoro già oggi è influenzato dell’intelligenza artificiale. Percentuali più alte si rilevano solo in Spagna e Svizzera. Inoltre, in base alle interviste, nel nostro Paese l’AI risulta essere  tra le priorità di investimento del prossimo anno per un’azienda su tre.

Sovrapponendosi alla visione di Istat, il barometro di EY evidenzia che i settori energetico, finanziario e media/telecomunicazioni sono più avanti degli altri nel percorso di adozione: circa metà dei rispondenti, in questi ambiti, ha detto di sentirsi pronto per preparato per un’implementazione corretta dell’AI in azienda. Al polo opposto il settore pubblico, dove l’adozione dell’AI è ostacolata da una percepita assenza di competenze.

Ma perché si fa ricorso all’AI, e con quali risultati? Per circa il  quasi il 60% dei manager italiani l’uso dell’AI porta a un aumento dei profitti e a un risparmio sui costi. La maggior parte, il 43%, la usa però principalmente nella vita privata, mentre solo il 20% la utilizza prevalentemente sul lavoro e il 13% in entrambi gli ambiti. Quanto ai possibili impatti di medio o lungo termine, il 76% degli intervistati italiani si aspetta che l’intelligenza artificiale possa sostituirsi alle persone causando, in futuro, tagli in organico man mano che il suo utilizzo si consoliderà. 

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