OpenAI continua a crescere e a diventare più ricca: la valutazione di mercato dell’azienda madre di ChatGpt è salita a 157 miliardi di dollari dopo l’ultimo round di finanziamento, che ha raccolto 6,6 miliardi di dollari. Più ancora, cioè, dei 6,5 miliardi di dollari a cui inizialmente OpenAI puntava.
Assente, come rumoreggiato, Apple, tra gli investitori spiccano invece Thrive Capital, Khosla Ventures e Nvidia, oltre a Microsoft. L’azienda di Redmond rafforza così la propria posizione in quanto principale supporter e azionista di OpenAI, mentre parallelamente sta continuando a sviluppare e a spingere il proprio prodotto di intelligenza artificiale generativa, Copilot.
Secondo fonti confidenziali di Reuters, OpenAI userà parte del capitale ottenuto per riacquistare azioni proprie dai dipendenti intenzionate a cederle. La chiusura del round di finanziamento coincide con una fase di riorganizzazione interna che ha portato, tra le altre cose, pochi giorni fa all’uscita della chief technology officer, Mira Murati.
Lo sviluppo tecnologico prosegue
Quanto alle novità tecnologiche, recentemente, alla conferenza DevDay tenutasi a San Francisco, OpenAi ha presentato una nuova API che permette agli sviluppatori di inserire all’interno di applicazioni delle esperienze di GenAI multimodali (tra cui le conversazioni orali tra utente e chatbot) e alcune funzionalità per l’ottimizzazione delle app dal punto di vista di prestazioni, memoria, costi e scalabilità. Debutta anche la possibilità di eseguire il fine tuning di GPT-4 con immagini, oltre che con dati testuali: questo è utile per realizzare applicazioni con migliori funzionalità di ricerca visiva, di rilevamento degli oggetti (per esempio nei sistemi di guida autonoma) e di analisi delle immagini (per esempio in ambito medico).
Lo scorso settembre è stato presentato OpenAI o1, un nuovo Large Language Model addestrato con la tecnica dell’apprendimento rinforzato e capace di eseguire ragionamenti complessi. Davanti a una domanda, il modello opera suddividendo il problema complesso in una serie di problemi semplici e valuta una serie di alternative possibili prima di fornire una risposta. A detta dell’azienda, OpenAI o1 è particolarmente adatto a risolvere problemi di natura scientifica, matematica o di programmazione informatica.
L'impegno di OpenAI in Italia
La società di San Francisco spinge il pedale dell’acceleratore anche in Italia, dove è appena stato siglato un protocollo d’intesa con Cdp Venture Capital, la società d'investimento di Cassa Depositi e Prestiti. L’accordo è finalizzato a “rafforzare il posizionamento dell’Italia nello sviluppo e nell’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale, promuovendo così l’innovazione dell’ecosistema nazionale” e aiutando a creare quei “campioni nazionali” dell’AI che il Governo caldeggia.
In pratica, il memorandum d’intesa prevede che OpenAI e Cdp Venture Capital investano in startup italiane attive negli ambiti dell’Ai, della cyberSicurezza e delle tecnologie quantistiche. Lo faranno attraverso il neonato Fondo Artificial Intelligence, guidato dal Vincenzo Di Nicola, ingegnere abruzzese già responsabile per l’Innovazione Tecnologica e la Trasformazione Digitale dell’Inps.
Più precisamente, il fondo offrirà supporto alle startup early stage che sviluppano prodotti o servizi basati sull’AI, dando accesso alle tecnologie di OpenAi, a crediti API, a competenze tecniche e a contatti coni venture capitalist statunitensi (attraverso lo Startup Fund di OpenAI). Inoltre OpenAI e Cdp Venture Capital collaboreranno con un consorzio di Università italiane per avviare iniziative di alfabetizzazione informatica, e con aziende del nostro Paese.