Alle molte polemiche e accuse sui presunti rischi del suo 5G, Huawei ha risposto innumerevoli volte, difendendo la propria buona fede e trasparenza. Una delle strategie scelte dal colosso delle telecomunicazioni cinese è quella dei Transparency Centre, luoghi in cui i clienti, i vendor e gli investitori possono guardare da vicino i prodotti hardware e software dell’azienda. Ora Huawei prosegue su questo cammino inaugurando in Italia un nuovo Cyber Security Transparency Centre: annunciato lo scorso settembre, è ora operativo nella sede romana della società.
Il centro si trova in uno spazio protetto “dalle più sofisticate misure di sicurezza”, ha spiegato Huawei, e si focalizza su due aree principali: la condivisione delle conoscenze e le attività di verifica e test. Huawei sottolilnea, senza celare l’orgoglio, di essere “l'unica azienda al mondo ad aprire il suo intero portafoglio di brevetti attraverso il codice sorgente”. Le società clienti, ma anche le agenzie governative, le associazioni di settori e gli enti di standardizzazione potranno eseguire verifiche di sicurezza e testare le apparecchiature di Huawei. Nel centro vengono illustrate le pratiche di sicurezza e di privacy seguite dall’azienda e casi d’uso di tecnologie come il 5G, l’intelligenza artificiale e il calcolo quantistico. La struttura, inoltre, potrà accogliere workshop, corsi di formazione ed eventi dedicati alla sicurezza informatica.
Per quanto riguarda le attività di verifica e test, le porte del centro saranno aperte a clienti ed enti di certificazione di terze parti indipendenti. Per condurre i test sono a disposizione spazi dedicati, prodotti hardware, software, documentazione tecnica, strumenti di test e il supporto tecnico necessario. Per i clienti Huawei sarà possibile eseguire ulteriori verifiche, come la revisione del codice sorgente e il controllo del design hardware.
"La sicurezza dei dati sensibili e la resilienza alla violazione delle reti è parte integrante degli impegni di Huawei. Gli investimenti dedicati ne sono la testimonianza più evidente”, ha dichiarato Luigi De Vecchis, presidente di Huawei Italia. “Il nostro Cyber Security Transparency Centre fa parte della strategia che seguiamo da molti anni e oggi, con l’inaugurazione di questo centro, puntiamo a fornire un ambiente costruttivo dove dimostrare la nostra apertura, spirito di collaborazione e trasparenza, contribuendo a costruire un'Italia digitale e sicura insieme ai nostri clienti e partner".
De Vecchis non cita esplicitamente le vecchie accuse di presunti legami di Huawei con attività di cyberspionaggio del governo cinese. Accuse emerse negli Stati Uniti durante la presidenza di Donald Trump, con tanto di messa al bando degli acquisti di tecnologie cinesi da parte di aziende ed enti federali statunitensi. Il presidente di Huawei Italia vi fa però accenno implicitamente per screditarle ancora una volta. “La digitalizzazione dell’economia e le tecnologie che la favoriscono, quali l’intelligenza artificiale, il largo impiego di IoT, cloud, realtà virtuale e non da ultimo l’edge computing, rappresentano da una parte una grossa opportunità per la crescita dell’economia e dall’altra espongono ad alto rischio le infrastrutture sensibili del Paese”, ha commentato De Vecchis.
“In queste situazioni non si può parlare di sicurezza senza un sano approccio basato sul rigore scientifico, fornendo evidenze e prove concrete, e non su speculazioni infondate. Il problema va affrontato congiuntamente, operatori, vendor e istituzioni; non si possono trascurare fatti come l’impegno della Gsma con 3GPP e Nesas sulla sicurezza delle reti e sui test effettuati ai fornitori di tecnologia delle telecomunicazioni. Il nostro Cyber Security Transparency Centre fa parte della strategia che seguiamo da molti anni e oggi, con l’inaugurazione di questo Centro, puntiamo a fornire un ambiente costruttivo dove dimostrare la nostra apertura, spirito di collaborazione e trasparenza, contribuendo a costruire un'Italia digitale e sicura insieme ai nostri clienti e partner".
L’inaugurazione romana è parte del più ampio investimento di Huawei nella sicurezza informatica, un investimento corrispondente al 5% del totale della spesa in ricerca e sviluppo. In media, una cifra che ammonta a 750 milioni di dollari all’anno. Ogni cento ingegneri di Huawei, due sono specializzati in cybersicurezza (mentre la media del settore è di uno ogni cento, sottolinea l’azienda). Il Centro della sede di Roma di Huawei si aggiunge a quelli già operativi a Dongguan (Cina), Banbury (Regno Unito), Bonn, Bruxelles, Dubai e Toronto.