22/01/2025 di redazione

Privacy, dati e social network: l’Italia è un Paese diviso in due

Il 70% degli italiani critica il potere dei social network. Ma tra città e piccoli centri le percentuali cambiano. L'Osservatorio di Fondazione per la Sostenibilità Digitale.

A che punto sono gli utenti italiani sul tema della privacy? Come si comportano online e in particolare sui social network? Secondo l'ultima edizione dell’Osservatorio di Fondazione per la Sostenibilità Digitale, quattro italiani su dieci sembrano ignari o indifferenti al tema della privacy, mentre per uno su quattro sarebbe necessario ridefinire comportamenti e regole sulla riservatezza dei dati nell'era digitale. Quasi il 70% pensa che i social network abbiano un potere eccessivo, ma solo il 22% del totale chiede una regolamentazione più severe.

Il rapporto è basato su un indice sviluppato da Fondazione per la Sostenibilità Digitale con l’Istituto di Studi Politici “S. Pio V”, e sullo studio di un campione rappresentativo di cittadini italiani di diverse fasce d'età, livelli di istruzione e posizioni sulla sostenibilità digitale. In questa edizione l’Osservatorio si è focalizzato sulle differenze di percezione sulla privacy tra chi vive nelle grandi città e nei piccoli e piccolissimi centri.

In effetti queste differenze ci sono, e rilevanti: l’Osservatorio parla di “digital divide culturale”. Nelle città si presta maggiore attenzione alla privacy, forse perché l’età media delle persone è più bassa e maggiori sono i consumi di servizi digitali: il 30% dei residenti pensa che sia necessario ridefinire il concetto di privacy. Nei piccoli comuni, solo il 19% condivide questa opinione. Inoltre, tra chi abita in città il 56% pensa che la responsabilità dei contenuti esposti sui social media debba ricadere sugli utenti che li producono, percentuale che scende al 41% nei piccoli comuni. 

“La sostenibilità digitale non può prescindere da una gestione responsabile dei dati personali”, ha commentato Stefano Epifani, presidente della Fondazione per la Sostenibilità Digitale.  “Le piattaforme digitali, ormai centrali nelle attività quotidiane, si basano in gran parte sulle informazioni generate dagli utenti. Tuttavia, è cruciale che lo sviluppo di queste tecnologie avvenga in un quadro di piena tutela della privacy, garantendo agli individui il controllo sui propri dati e prevenendo utilizzi impropri”.

Secondo il 75% degli intervistati, i social network come Facebook, Instagram, TikTok e Snapchat sono strumenti che condizionano i comportamenti delle persone in modo (molto o abbastanza) significativo. Solo il 24% degli italiani presta sempre molta attenzione alla privacy altrui quando pubblica contenuti online, mentre il 50% dichiara di farlo "abbastanza" e il 26% non se ne preoccupa affatto. La protezione della privacy è percepita come una priorità per il 34% degli intervistati (45% nelle città, 22% nei piccoli centri), mentre il 20% non la considera tale.

Il tema della privacy e della sicurezza dei dati personali resta molto attuale in tempi di rapidi sviluppi dell’intelligenza artificiale, tecnologia che di dati si nutre. Rispetto al passato si parla meno dei rischi (o dei fastidi) connessi all’uso dei social network, alla navigazione sul Web e ai cookie, ma l’attenzione dovrebbe restare alta proprio perché le piattaforme online stanno trovando nuovi modi per raccogliere dati anche per alimentare modelli e servizi di AI, e non più solo per l’advertising. A tal proposito si è rumoreggiato, in questi giorni, della possibile fusione fra TikTok e Perplexity.ai, servizio che si colloca a metà fra un chatbot e un motore di ricerca. Che l’indiscrezione sia fondata oppure no, è comunque probabile (pensando soprattutto a Elon Musk e a X) che presto assisteremo a sinergie o a cortocircuiti di questo tipo.

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