Usiamo comunemente gli smartphone per collegarci a Internet, visitando social network, facendo acquisti sui siti di e-commerce e operazioni di online banking, spesso anche eseguendo accessi ad applicazioni di lavoro. Eppure le buone abitudini di cybersicurezza non sono troppo diffuse. Un nuovo report pubblicato da Bitdefender e dedicato allo studio dei comportamenti online ha scoperto che il 50% usa un’unica password per tutti i suoi account digitali, mentre il 32% si limita a utilizzarne una manciata. Il campione d’indagine è molto vasto: per questo studio la società di ricerche di mercato iSense Solutions ha raccolto le opinioni di 10mil consumatori di undici Paesi, utenti 18-65enni residenti in Nord America, Europa e Australia, interpellati tra giugno e agosto 2021.
Accanto alla cattiva abitudine del “riciclo” delle credenziali c’è quella, non meno deleteria, di non difende adeguatamente i dispositivi mobili impostando codici Pin efficaci: il 27% degli intervistati usa password semplici come 1234 per bloccare il proprio telefono cellulare, mentre l'11% non usa alcun codice per proteggersi dalle conseguenze del furto o smarrimento dello smartphone. Significativo è anche il dato sull’utilizzo di software antivirus sui telefoni: soltanto il 35% dei consumatori ne ha installato uno, mentre gli altri evitano di farlo perché pensano che sia una protezione non necessaria su uno smartphone (per il 30% degli intervistati), che il programma sia troppo costoso (20%) o che esista già una sicurezza integrata nel dispositivo (16%).
Nel complesso, questi risultati mostrano una diffusa mancanza di pratiche di base per la sicurezza dei dati, la protezione dell'identità e la condivisione delle informazioni, a dispetto del ben noto aumento degli attacchi informatici verificatosi nell’ultimo anno e mezzo. E a dispetto del fatto che gli smartphone sempre più vengono usati per accedere a servizi online (così fa il 74% degli utenti), per collegarsi ai social media (il 63% degli intervistati ha almeno un profilo social) e per fare acquisti online (il 54% è registrato ad almeno un sito di e-commerce). Gli altri servizi più utilizzati sono lo streaming video (40%), le piattaforme di telecomunicazione e quelle per la salute (29%) e i servizi di pubblica utilità (28%).
"Comprendere le tendenze di comportamento dei consumatori in materia di sicurezza online è fondamentale per rafforzare la sicurezza informatica a beneficio di tutta la comunità", ha commentato Bogdan Botezatu, director, threat research and reporting di Bitdefender. "I criminali informatici esplorano continuamente nuovi modi per sfruttare le debolezze umane per rubare dati sensibili, estorcere denaro o trovare un punto d’ingresso per stabilirsi nei sistemi. Comprendendo le pratiche quotidiane di cybersecurity, possiamo valutare meglio i rischi potenziali e le vulnerabilità per educare i consumatori sui modi per proteggersi più efficacemente, come ad esempio come utilizzare le soluzioni di prevenzione, il rilevamento e le tecnologie di protezione dell'identità digitale per impedire che gli attacchi abbiano successo".
In effetti, di fronte ai poco prudenti comportamenti sopra descritti, le conseguenze negative non tardano a manifestarsi. La maggioranza degli intervistati, il 61%, ha detto di essersi imbattuto in almeno una minaccia informatica sul proprio telefono cellulare nei dodici mesi precedenti.: i casi più frequenti sono le truffe realizzate con messaggi e chiamate da mittenti sconosciuti (le ha sperimentate il 36% del campione), il phishing (23%), le violazioni di dati (12%), il furto d’identità sui social network (11%), le frodi finanziarie (il 9%) e i ransomware (8%). Per quanto riguarda le frodi finanziarie, sebbene meno di un utente su dieci ne abbia subita una, la percentuale di chi si è detto “molto preoccupato” raggiunge il 41%.