17/12/2011 di Redazione

I più grandi flop hi-tech del 2011, ecco la top ten

La classifica dei dieci peggiori flop del 2011: prodotti e tecnologie che dovevano rivoluzionare il settore informatico e invece non sono stati considerati da nessuno, e aziende da cui ci si aspettava grandi risultati ma hanno sbagliato tutto o quasi.

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A fine anno è tempo di bilanci e tirando le somme del 2011 emergono almeno 10 clamorosi flop, ossia prodotti, servizi e idee che erano stati annunciati come geniali, rivoluzionari o grandiosi e alla fine si sono rivelati un grasso, grosso buco nell'acqua. Ecco di seguito quelli più macroscopici, che riguardano le maggiori aziende del settore informatico.

Gmail per iPhone, ora in versione funzionante

Il decimo è senza dubbio Gmail per iPhone, l'applicazione ufficiale a cui Google ha lavorato a lungo e che avrebbe dovuto, finalmente, consentire a tutti gli utenti del melafonino di rivoluzionare il loro modo di fruire della posta elettronica. L'azienda di Mountain View ha sfornato l'App, l'ha caricata sullo Store di Apple e in men che non si dica decine di migliaia di utenti se la sono scaricata, gratis. Il giorno dopo Google ha dovuto ritirare di fretta e furia l'app perché aveva più bug che vantaggi: era solo una riproposizione mal riuscita della web app, calendari e contatti non venivano sincronizzati, le notifiche non arrivavano sul lock screen e via dicendo. Qualche giorno dopo è uscita la versione 1.0.2 che ha risolto gran parte dei problemi.

Al nono posto entra di diritto la Atrix LapDoc, un accessorio per Motorola Atrix basato su piattaforma hardware Nvidia Tegra 2 e sistema operativo Android, in grado di trasformare lo smartphone in una sorta di notebook. Un gadget interessante dal prezzo di 300 dollari che non è mai arrivato in Italia. Ora che l'Atrix non è più un prodotto nuovo cosa ce ne faremo di questo gingillo?

All'ottavo posto non può mancare Windows Phone, il sistema operativo mobile che Microsoft ha aggiornato alla versione 7.5 e che con l'aiuto di Nokia dovrebbe far recuperare a Redmond il terreno perso rispetto ad Android e iOS. Il Lumia 800 è in vendita da un mese, quindi va escluso dai dati ufficiali relativi a Windows Phone. Nel 2011, quindi,  i partner di Microsoft hanno venduto solo 1,4 milioni di smartphone nel secondo trimestre del 2011, pari all'1,3% di tutti gli smartphone venduti nello stesso periodo.

Lo Xoom ha scimmiottato l'iPad in pubblicità, poi è stato un flop

Settimi classificati i Chromebook di Google, i netbook basati su cloud che avrebbero dovuto rivoluzionare la produttività. In sei mesi di commercializzazione i modelli prodotti da Samsung e Acer hanno avuto un insuccesso tale da essere quasi imbarazzante. In particolare, nei primi due mesi Acer ha dichiarato di avere venduto solo 5.000 unità, mentre Samsung sembra avere registrato numeri ancora più bassi. Dato che le cifre sono incontrovertibili Google sta cercando di fare di tutto per spingere i Chromebook nel mercato professionale. Eric Schmidt è persino volato a Taiwan per magnificare i vantaggi del suo sistema operativo basato su cloud, citando l'avvio veloce, l'assenza di virus, le licenze gratuite e altro, ma i produttori sono rimasti scettici.

In sesta piazza c'è la delusione di AMD, che con Bulldozer avrebbe dovuto darle di santa ragione a Intel, invece il chip della rinascita e della speranza ha deluso le aspettative. Le prestazioni non hanno convinto e il prezzo poco concorrenziale ha fatto sì che in molti continuassero a preferire i prodotti di Intel a quelli della concorrenza. I tecnici hanno sentenziato che si tratta di un'architettura nel pieno della sua infanzia, che può essere considerata un punto di partenza, ma che ad oggi ha ancora parecchie carenze a cui rimediare.

In quinta posizione è doveroso inserire lo Xoom, il tablet anti iPad che Motorola ha persino pubblicizzato imitando il celebre spot di Apple "1984" andato in onda per la prima volta durante il Super Bowl, rielaborato in modo da far sembrare l'iPad un prodotto monotono e limitato. Al contrario, lo Xoom avrebbe interpretato il ruolo dell'innovazione. In 2 mesi il pretendente ha venduto 100mila unità. Paragonate alle 300mila del primo giorno dell'iPad non può che considerarsi un flop.

Leo Apotheker ha ucciso il TouchPad dopo 7 settimane di vita, non gli ha dato chance

In quarta piazza dobbiamo inserire con rammarico il TouchPad di HP, un tablet con sistema operativo webOS che faceva parte dell'ambizioso progetto di HP di diffondere il suo sistema operativo proprietario in ambito aziendale, per condividere informazioni e dati fra desktop, notebook, netbook, tablet e stampanti. L'idea sembrava buona se non altro perché era rivoluzionaria rispetto alle scelte piatte e conservative della concorrenza, e considerato che HP è uno dei produttori più presenti nelle forniture aziendali non sarebbe stato impossibile diffonderlo. L'allora amministratore delegato Leo Apotheker però non ci ha creduto, e a sette settimane dal lancio ha annunciato la dismissione della divisione webOS e la soprressione della produzione dei TouchPad. La beffa è che per svuotare i magazzini HP ha svenduto il suo tablet a 99 dollari, scatenando una corsa all'acquisto che ha promosso l'azienda di Palo Alto come terzo produttore di tablet del 2011!

In terza posizione non può mancare RIM, che quest'anno ce l'ha messa davvero tutta per combinare guai. Prima ha annunciao il PlayBook, un tablet con sistema operativo proprietario che avrebbe dovuto mettere ai ferri corti l'iPad. Negli ultimi tre mesi ne ha spediti solo 150mila (50mila in meno rispetto al secondo quarter) nonostante i forti incentivi promozionali messi in campo e ha dovuto iscrivere a bilancio 485 milioni di dollari di spese relative all’inventario di magazzino dei PalyBook. Il 2011 verrà inoltre ricordato per il blocco del sistema BlackBerry che ha tagliato fuori milioni di utenti aziendali dall'accesso a Internet e alla posta elettronica per quattro giorni consecutivi. Molti clienti hanno dato il benservito a RIM a favore di Android e iPhone e sono partite le class action per chiedere i danni. Ma non è finita: è di ieri la notizia del rinvio dei BlackBerry 10 a fine 2012.

Il secondo flop più clamoroso del 2011 non riguarda un'azienda o un prodotto, ma la mania collettiva di contrastare l'iPad di Apple in tutti i modi. Nel terzo trimestre Apple ha venduto 11,1 milioni di iPad, con il 61,5 per cento di quote di mercato. Alle sue spalle c'è il vuoto cosmico, dato che il secondo "maggior" venditore è Samsung che ha piazzato (secondo IDC) un solo milione di Galaxy Tab, aggiudicandosi il 5,6% di market share. Android resta un fenomeno trainante del settore IT, ma non in ambito tablet, dove probabilmente nel 2012 assisteremo alla rivoluzione Amazon, che deve però il successo del Kindle Fire al prezzo e non al fatto di essere un prodotto anti-Apple.

Al primo posto di questa drammatica classifica c'è senza dubbio Acer, che si aggiudica la palma del vincitore assoluto grazie al crollo del market share globale che ha toccato il record negativo del 45,1 per cento nel terzo trimestre. Nell'ultimo anno l'azienda taiwanese ha imboccato una serie di vicoli ciechi e ora le è difficile uscire da labirinto che lei stessa si è costruita attorno. Dopo la dipartita di Gianfranco Lanci, i taiwanesi hanno pensato bene di dismettere la politica decennale di vendita di notebook a bassissimo costo (che portava utili certi), per buttarsi a capofitto nella produzione di tablet anti-iPad. L'insuccesso è stato clamoroso e i dirigenti taiwanesi, lontani da una strategia da perseguire con determinazione, hanno voltato pagina e ora puntano tutto sugli ultrabook. Ora Acer è il quarto produttore mondiale di PC, vedremo come andrà il 2012.

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