29/10/2019 di Redazione

Alphabet spende per le sue “scommesse” e forse compra Fitbit

Nel bilancio del terzo trimestre dell’anno fiscale 2019 spiccano la crescita del 20% dei ricavi ma anche il forte calo degli utili. Spuntano, intanto, indiscrezioni su una possibile acquisizione.

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Anche i conti di Alphabet, come quelli di Amazon, hanno visto tempi migliori. La colossale holding tecnologica di cui fa parte Google nel terzo trimestre dell’anno fiscale 2019, chiuso al 30 settembre, ha sfiorato i 40,5 miliardi di dollari di ricavi (40,499 miliardi), con una crescita del 20% sui 33,74 miliardi di dollari del terzo trimestre 2018; in compenso, gli utili netti sono calati da un anno all’altro ci circa due miliardi, passando da 9,02 a 7,07 miliardi di dollari circa. Gli utili per azione, 10,2 dollari, non hanno raggiunto la stima dei 12,46 dollari ipotizzata dagli analisti di Wall Street. Nel complesso sembra, in effetti, di vedere la stessa dinamica di crescita del giro d’affari e contrazione dei profitti già osservata per Amazon.  

 

Alphabet, tuttavia, è una realtà ancor più complessa e composita rispetto alla società di Jeff Bezos. Le attività catalogate come “Other Bets” da sempre richiedono grandi investimenti a sostegno della ricerca e sviluppo, e il trimestre non ha fatto eccezione: rientrano in quest’ambito i veicoli a guida autonoma di Waymo, le infrastrutture di rete ottica di Google Fiber, i palloni aerostatici contro il digital divide di Loon, i droni di Wing, i progetti sperimentali degli X Lab e altro ancora. Per questa divisione, nei tre mesi i ricavi sono saliti leggermente (155 milioni di dollari, pochissimo in confronto al giro d’affari complessivo della holding, e poco più dei 146 milioni del terzo trimestre 2018) ma sono aumentate anche le spese, tant’è che il reddito operativo è ancora in negativo, con perdite salite a 941 milioni di dollari (erano state 727 milioni nel Q3 2018). 

 

 

Per il gruppo, quasi tutte le soddisfazioni economiche giungono come sempre da Google, ovvero dal business delle ricerche Web, dell’advertising, dei servizi cloud, di YouTube, di Android e dei dispositivi hardware. La società ha portato in cassa 40,34 miliardi di dollari sui 40,499 complessivi del fatturato trimestrale. “Le nostre attività hanno generato un altro trimestre di forte performance”, ha commentato in una nota scritta la chief financial officer Ruth Porat. “Continuiamo a investire in modo ragionato nel talento e nell’infrastruttura a supporto della nostra crescita, in particolare nelle aree più nuove, come il cloud e il machine learning”.  La Cfo ha anche sottolineato che “nell’ambito del cloud, la crescita della Google Cloud Platform è stata ancora una volta il principale motore di performance, grazie alla solida domanda dei clienti per i nostri prodotti di calcolo e analytics, associata alla crescita in corso della G Suite”.

 

L’ipotesi Fitbit per colmare il vuoto nei wearable
A proposito di investimenti, ieri Reuters ha fatto circolare l’indiscrezione secondo cui Alphabet avrebbe messo gli occhi su Fitbit, il noto marchio di smartwatch e fitness band: a detta di “una persona informata sui fatti”, la holding avrebbe già fatto un’offerta. Un’eventuale acquisizione di questo tipo avrebbe certamente senso, permettendo al compratore di colmare una lacuna abbastanza penalizzante.

 

I wearable sono uno dei pochi tasselli ancora vuoti nel mosaico dell’offerta di dispositivi consumer di Google, fatta di computer (Pixelbook) smartwatch (Pixel), oggetti di domotica (Google Home, Nest, Chromecast) e router (Google WiFi). Attraverso Fitbit, quindi, Google potrebbe aspirare a competere ad alti livelli con gli indossabili di Apple, Samsung e Xiaomi. Tuttavia è presto per dare l’affare per scontato: le fonti di Reuters sottolineano che non è stato ancora raggiunto alcun accordo.

 

 

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