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Apple si scalderà sotto il sole del Nevada con un impianto da 200 MW

La società ha annunciato la prossima realizzazione a Reno, in Nevada, di un nuovo sito fotovoltaico, ancor più grande di quello costruito a Singapore. E qui sorgerà anche un nuovo data center. Si avvicina sempre di più l'obiettivo della piena sostenibilità.

Pubblicato il 26 gennaio 2017 da Redazione

Un nuovo data center scaldato dal sole del Nevada e un grande impianto fotovoltaico aiuteranno Apple a a custodire e processare in modo ancor più “ecologico” i miliardi di dati prodotti da servizi come iTunes, iCloud, App Store, Siri e iMessage. L'obiettivo – etico e senz'altro anche di marketing - della sostenibilità energetica accomuna la società di Cupertino ad altri colossi del cloud, impegnati in iniziative varie. Ce n'è davvero per tutti i gusti, tra chi punta sull'eolico, come Amazon, e chi come Facebook ha annunciato in Danimarca la realizzazione di un data center totalmente “green”, e chi come Google è riuscita a ridurre i consumi energetici della propria rete di infrastrutture sfruttando l'intelligenza artificiale.

Ora Apple fa un passo ulteriore: insieme all'operatore di energia Nevada Energy realizzerà a Reno, nello stato federale confinante con la California, un impianto fotovoltaico con 200 Megawatt di potenza massima. Si tratterà dell'installazione a pannelli solari più grande mai realizzata dalla Mela, sufficiente ad alimentare il vicino ed esistente data center di Reno e un nuovo campus che sorgerà a poca distanza. E non solo: parte dell'energia sarà destinata a utenze (sia residenziali, sia commerciali) di Nv Energy.

L'iniziativa, ha sottolienato la vice president for for environment, policy and social initiatives di Apple, Lisa Jackson, “garantirà ai nostri clienti che le loro chat su iMessage, le videochat su FaceTime e le richieste a Siri siano alimentate da energia pulita”. L'obiettivo dell'azienda, già annunciato in passato, è quello di arrivare a impiegare soltanto energie pulite come sole, vento e biocarburante per far funzionare i propri data center e siti produttivi. Siamo vicini: a fine 2015 la “quota green” di Apple aveva toccato il 93%, anche grazie alla realizzazione di una solar farm da 800 pannelli solari e 170 Megawatt a Singapore (nella foto in alto; il sito è destinato, in quel caso, ad alleggerire l'impatto ambientale delle fabbriche di iPhone e altri prodotti). E anche in Cina e in California sono in corso progetti di ampliamento delle risorse fotovoltaiche in uso.

 

Fonte: Greepeace

 

 

Nell'ultimo report di Greepeace dedicato alla sostenibilità delle società tecnologiche, l'impatto complessivo dell'industria It sui consumi mondiali di elettricità è stimato intorno al 7%. E la percentuale non si ridurrà: i buoni propositi di molti, inclusi i colossi nordamericani, non basteranno a contenere la “fame” di risorse energetiche generata dalla crescita di dati, applicazioni, transazioni online e soprattutto dall'esplosione dei contenuti video. Incrociando diversi indici di valutazione, Geenpeace assegna un punteggio alto, una “A”, ad Apple, Google, e Facebook mentre Microsoft si merita una “B” e Amazon, Ibm e Hp non più di una sufficienza. Samsung e Oracle bocciate con una “D”, mentre prendono il voto minimo le cinesi Tencent e Baidu.

 

Tag: apple, data center, energia, sostenibilità, corporate responsability, Usa, fotovoltaico, energia rinnovabile

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