20/01/2017 di Redazione

Avaya entra nel Chapter 11: si apre la ristrutturazione

L’azienda ha chiesto volontariamente di essere posta in regime di amministrazione controllata. L’obiettivo del nuovo regime sarà la riduzione del debito che, unita al finanziamento da 725 milioni di dollari sottoscritto da Citibank, dovrebbe permettere al

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Avaya, azienda di networking e di soluzioni di unified communications and collaboration, si è ufficialmente posta sotto la tutela del Chapter 11 statunitense, parte della legge fallimentare a stelle e strisce con la quale si entra di fatto in regime di amministrazione controllata. Lo scopo di Avaya è quello di guadagnare tempo per avviare un profondo e completo processo di ristrutturazione, che comunque non pregiudicherà l’operatività e soprattutto, a quanto è stato comunicato dal gruppo, non avrà effetti immediati sulle filiali internazionali. È l’inizio, è il caso di dirlo, di un nuovo capitolo per l’azienda di Santa Clara, che a maggio 2016 aveva incaricato i consulenti Goldman Sachs e Center View Partners Holding di cercare un modo per ridurre il debito. Si era parlato anche di una vendita totale degli asset.

Si apre così una nuova fase nella storia della compagnia, iniziata negli anni Novanta con lo scorporo da Lucent Technologies e approdata in anni recente al passaggio ai fondi d’investimento e a un’ipotesi di cessione, per il momento non concretizzatasi. In predicato di vendita c’era la cessione del business dei contact center, ora non più di attualità, mentre non è escluso che possa essere venduto qualche altro asset.

In compenso, la società ha ottenuto un finanziamento di 725 milioni di dollari, sottoscritto da Citibank, che, integrato con la liquidità esistente, dovrebbe garantire le attività di business per il periodo di protezione del Chapter 11. Primo obiettivo del nuovo regime di gestione? La riduzione del debito.

 

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