13/10/2020 di Redazione

Blockchain e sistema pubblico: la strada è ancora lunga

Poche le applicazioni già realizzate nella PA e nelle istituzioni, nonostante i fondi disponibili e le sperimentazioni in corso, anche in Italia.

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Blockchain e sistema pubblico: la strada è ancora lunga

Poche le applicazioni già realizzate nella PA e nelle istituzioni, nonostante i fondi disponibili e le sperimentazioni in corso, anche in Italia,  

La blockchain è una grande opportunità per il settore pubblico: questo sostiene uno studio realizzato da Bdo, organizzazione internazionale di consulenza e revisione aziendale, su realtà delle regioni Emea, America e Asia-Pacifico appartenenti sia all’ambito pubblico sia al privato. Ma spesso quando si parla di “grande opportunità” in riferimento a una tecnologia si sottende anche che esiste un potenziale inespresso, ovvero che gli attuali livelli di adozione lasciano ancora a desiderare. E così purtroppo conferma anche il sondaggio di Bdo, eseguito su personale occupato in istituzioni pubbliche (enti amministrativi e altro, corrispondenti all’80% del campione), istituzioni private (14%) e settore pubblico generico (6%, incluse strutture sanitarie).

Tra gli appartenenti alle istituzioni pubbliche ha dichiarato di avere una conoscenza teorica della tecnologia blockchain poco più della metà degli intervistati, il 56%, mentre sulla conoscenza pratica la quota è del 30%. Le percentuali crollano quando si va davvero nel concreto: solo l’8% delle istituzioni pubbliche incluse nel campione ha effettivamente lanciato delle soluzioni basate sulla “catena di blocchi” (a fronte di un 35% che è in fase di sperimentazione e di un 43% che sta ancora valutando i possibili utilizzi).

Pubblica Amministrazione, Sanità e Servizi Sociali sono emersi dal sondaggio come i settori maggiormente orientati a rivedere i propri processi e funzioni in relazione alla blockchain. Sull’intero campione c’è un 57% di intervistati che considera la blockchain come la migliore soluzione per alcune problematiche nei servizi del settore pubblico erogati ai cittadini: nei pagamenti elettronici, i registri distribuiti permetterebbero una riduzione dei costi e aiuterebbero a eliminare irregolarità e corruzione. Non mancano però gli ostacoli nel percorso di adozione: l’80% ritiene che manchi una regolamentazione della materia; il 75% considera dispendiosa l’implementazione di questa tecnologia e il 66% lamenta una mancanza di volontà politica.

 

 

La blockchain in Italia

Il nostro Paese fa parte della  European Blockchain Partnership, iniziativa promossa dalla Commissione Europea per favorire l’adozione di questa tecnologia da parte del settore pubblico. Progetti e risorse stanziate sono in crescita in Italia e i progetti di blockchain è (insieme a quelli incentrati su intelligenza artificiale e Internet of Things) beneficiano di fondi stanziati nella Legge di Bilancio 2019: 15 milioni di euro già erogati lo scorso anno, altrettanti previsti per il 2020 e altrettanti per il 2021.

 

Tra le sperimentazioni realizzate spiccano quelle di Regione Lombardia, come il progetto “Nidi gratis” lanciato nel comune di Cinisello Balsamo: con una piattaforma basata su blockchain si verificano in modo automatico i requisiti per l’azzeramento della retta della scuola d’infanzia. Il Comune di Bari, invece, ha sperimentato l’uso dei registri distribuiti nella digitalizzazione del processo di gestione delle polizze fideiussorie. All’interno del governo si segnalano due iniziative del Ministero dell’Economia e delle Finanze ha già iniziato a utilizzare la Blockchain per due progetti: PoSeID-on, una piattaforma per la gestione e protezione dei dati personali, e Sunfish (SecUre iNFormatIon SHaring in federated heterogeneous private clouds), per la condivisione sicura di informazioni riservate tra cloud privati e per l’uso sicuro di cloud pubblici. In ambito universitario, invece, diversi atenei si stanno attrezzando per certificare le lauree con una notarizzazione su blockchain. L’Università di Milano-Bicocca, per esempio, ha introdotto un sistema basato su registri distribuiti per garantire agli studenti la validità e l’integrità di documenti e certificati ufficiali sul Web.

 

 

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