15/10/2015 di Redazione

Bq celebra la tecnologia “made in Europe” creata dal basso

Primo open day per la giovane realtà spagnola, nata cinque anni fa e arrivata a fatturare nel 2014 oltre 200 milioni di euro. Dal palco di Madrid il Ceo Alberto Méndez ha presentato tra lo smartphone Aquaris X5, le stampanti 3D Witbox 2 ed Hephestos 2 e i

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“Siamo un’azienda di educazione tecnologica e rivendichiamo il diritto europeo a creare tecnologia”. È questa la filosofia alla base di Bq, società spagnola che ha tenuto a Madrid, città dove è nata cinque anni fa, il primo open day della propria storia. Un momento per fare il punto su quello che la compagnia è riuscita a realizzare in un lustro e per rilanciare sui progetti futuri. “Ora siamo presenti in nove Paesi europei (tra cui l’Italia con uno store solo online, ndr) e siamo passati dai 16 dipendenti del 2010 agli oltre 1.200 attuali, con un fatturato nel 2014 pari a 202,5 milioni di euro e 1,3 milioni di unità vendute”, commenta Alberto Méndez, giovane Ceo di Bq durante il keynote dell’evento, durante il quale ha presentato le prossime novità. I “pezzi forti” sono quattro e rientrano nei principali settori di mercato in cui l’azienda opera: mobilità, stampa 3D e, per la prima volta, l’Internet delle cose. Il primo prodotto è lo smartphone Aquaris X5, evoluzione del modello E5.

Il nuovo Aquaris è un cellulare con display Hd multitouch da cinque pollici, con risoluzione 720 per 1.280 pixel (294 ppi), un processore Qualcomm Snapdragon 412 a quattro core (1,4 GHz massimi di frequenza di clock), 2 GB di Ram e una Gpu Qualcomm Adreno 306. Lo smartphone, realizzato con un frame esterno in alluminio anodizzato fissato a un retro in policarbonato, pesa 148 grammi e ospita una batteria da 2.900 mAh. Entrambe le versioni prodotte dall’azienda (con capacità interna da 16 o 32 GB) dispongono di nuovi tasti funzione capacitivi programmabili secondo le esigenze dell’utente.

 

L'Aquaris X5 ha un display da 5 pollici e sarà disponibile in tre differenti modelli

 

La fotocamera principale ha un sensore da 13 megapixel prodotto da Sony, l’Imx214, ed è dotata di flash duale e autofocus, con risoluzione video massima di 1.080p. L’obiettivo frontale si ferma invece a cinque megapixel e il sensore è stato realizzato da Samsung (5E2). Come tutti gli smartphone di Bq, anche l’Aquaris X5 è un dual nano-Sim, con uno slot unico anche per la microSd esterna (fino a 32 GB). Interessante la tecnologia Dolby Atmos per un audio ancora più realistico e capace di avvolgere l’ascoltatore.

Il sistema operativo è Android Lollipop 5.1.1, in una versione leggermente modificata dall’azienda, con possibilità di aggiornamento a Marshmellow non appena sarà reso disponibile da Google. Lo smartphone, che al tatto risulta di buona fattura anche se i bordi in alluminio forse non favoriscono una presa ottimale, verrà distribuito in Europa da novembre a partire da 229,90 euro (prezzo indicativo a seconda delle configurazioni) in tre colori differenti: argento, grigio antracite e oro rosa. Bq ha annunciato inoltre una garanzia commerciale di cinque anni con carattere retroattivo per i nuovi smartphone e per tutta la gamma Aquaris M.

 

Alberto Méndez, Ceo di Bq, durante il keynote di Madrid

 

Stampanti 3D open source e componibili (in un paio di ore)

Ma l’azienda iberica trova probabilmente il suo punto di forza nella gamma di prodotti per la stampa 3D, dedicata esclusivamente agli utenti finali, e attualmente in forte espansione: nel primo trimestre del 2015 ha infatti fatturato una cifra pari a quanto realizzato in tutto il 2014. Il comparto presenta affinità chiare con il mondo scolastico, secondo il mantra ben sottolineato da Méndez: “Vogliamo coinvolgere sempre più i bambini nell'ideazione e nella produzione dei dispositivi, includendo anche insegnanti e famiglie” anche tramite iniziative come il software Bitbloq 2 per la programmazione a blocchi o Robopad, applicazione per controllare i robot stampanti (printbot) tramite dispositivi mobili. A novembre arriverà sul mercato la nuova Hephestos 2, una stampante 3D completamente montabile grazie alla guida passo passo, con un’area di lavoro massima di 210 x 297 x 220 millimetri.

Derivata dalla prima Hephestos, questa appliance è orientata alle “persone che vogliono essere maker fin dall’inizio” ed è completamente fabbricata in Europa. La stampante presenta un’interfaccia utente migliorata, una scheda ridisegnata, non presenta ventole (riducendo così il rumore) e ha un firmware derivato da Marlin. Hephestos supporta i principali ambienti di “slicing” open in circolazione: Cura Software, slic3r, Repetier e Kisslicer. “Vogliamo garantire a tutti una bella esperienza di montaggio”, assicura il Ceo di Bq, “e l’abbiamo resa compatibile con diversi materiali, tra cui legno, bronzo e rame”. Sarà disponibile al prezzo di 849 euro.

La top di gamma è invece la Witbox 2, una “scatola” di 23 chili con frontale trasparente e già pronta all’uso. Tutti i componenti elettronici sono sviluppati interamente da Bq e fabbricati in Spagna. La nuova scheda elettronica Cnc consente un movimento più fluido dei motori e offre una miglior dissipazione termica. Anche il sensore autolivellante è stato rinnovato e ora presenta un margine di errore di soli quaranta micron. L’area di lavoro è pari a 297 x 210 x 200 millimetri e la Wibox 2 contiene già una scheda Sd da 4 GB con modelli 3D di esempio precaricati. Sarà disponibile in tutto il mondo entro fine novembre al prezzo di 1.690 euro.

 

La stampante 3D Hephestos 2, nell'icona invece la Witbox 2

 

Tra domotica e manufacturing: l'IoT per tutti firmato Bq

È invece un mercato completamente nuovo quello dell’Internet delle cose, in cui Bq ha deciso di lanciarsi con Halu, una lampada intelligente che offre nuovi modi di interagire con la luce. Quasi interamente made in Europe (i Led sono della giapponese Nichia), presenta un disco diffusore in metacrilato ottico realizzato in Germania, parti plastiche polacche e un cuore tutto spagnolo: le schede elettroniche sono state progettate da Bq e consentono di giocare con i colori (ottenendo anche il bianco) interfacciando questa lampadina-computer con l’applicazione dedicata per smartphone.

 

 

Halu è una lampadina intelligente comandabile tramite app per smartphone

 

“Abbiamo creato un team di lavoro dedicato per sviluppare progetti IoT e Halu è stata in gestazione per tre anni. È dotata di Api open source che potranno essere modificate dai programmatori”, commenta Alberto Méndez. “In futuro vogliamo dedicarci poi anche alla mobilità e ad altri oggetti intelligenti, costruendo però prima un ecosistema smart da cui far nascere idee innovative”. “L’obiettivo è realizzare innanzitutto soluzioni per la domotica, ma non solo”, aggiunge Daniel Rojo, l’ingegnere che ha guidato il progetto Halu. “Puntiamo ad esempio anche al manufacturing”. La lampadina intelligente arriverà sul mercato a novembre al prezzo di 129 euro.

 

 

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