15/07/2021 di Redazione

Cio contro software vendor. Parte la battaglia sul licensing

Un insieme di associazioni, che rappresenta un vasto gruppo di manager e responsabili dell’informatica aziendale in Italia, ha presentato un elenco di dieci punti da far rispettare a livello normativo, per impedire pratiche scorrette nel passaggio da solu

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Il licensing del software è da sempre un elemento di preoccupazione per le aziende. La situazione pare essersi complicata con il passaggio di sistemi e applicazioni in cloud. A denunciarlo è un insieme di associazioni di Cio e figure similari, che comprende Cio Aica Forum, Aused, FidaInform, Cionet, Cio Club Italia e Cispe.

Per una volta, le varie sigle del settore hanno superato le barriere che ne hanno fin qui segnato la frammentazione e hanno in modo unanime prodotto un elenco di dieci principi volti a tutelare le realtà impegnate nei processi di migrazione, ma sottoposte a pratiche scorrette dai principali software vendor. In sostanza, si chiede di fare in modo che i termini delle licenze siano sempre chiari e comprensibili, che si garantisca la libertà di portare il proprio software presso il cloud provider preferito senza costi o ritorsioni particolari, che si eviti il lock-in dei clienti attraverso software di directory interoperabile e che le aziende possano rivendere le licenze assicurando agli acquirenti le medesime condizioni di supporto: “Abbiamo potuto constatare come le pratiche applicate soprattutto dai software vendor con forti radici nel mondo legacty siano spesso sleali”, ha commentato Luciano Guglielmi, presidente di Cio Aica Forum e membro del board di EuroCio. “Questo è un elemento di freno ai processi di trasformazione digitale e ne possiamo uscire solo con l'adozione di regole chiare ed univoche per tutti gli attori dell'offerta di servizi infrastrutturali in cloud”.

I dieci principi, mutuati da un’analoga iniziativa avviata in Francia dal Cigref (associazione di grandi imprese e pubbliche amministrazioni impegnate nell’integrazione delle tecnologie digitali), dovranno integrare quanto già contenuto nel Digital Markets Act (e nel gemello Digital Services Act), proposto a livello di Commissione europea. Questa iniziativa evidenzia il ruolo delle cosiddette piattaforme online “gatekeeper”, ovvero quelle che hanno un ruolo sistemico nel mercato e fungono da colli di bottiglia tra imprese e consumatori per importanti servizi digitali: “L’auspicio è che i più importanti editori di software siano inclusi in questa classificazione e, quindi, siano sottoposti a obblighi capaci di frenare le pratiche di licenza sleali oggi usate per ridurre la libertà di scelta”, ha spiegato Francisco Mingorance, segretario esecutivo del Cispe (Cloud Infrastructure Services Providers in Europe).

Luciano Guglielmi, presidente di Cio Aica Forum e Francisco Mingorance, segretario esecutivo del Cispe

Il tema del licensing angustia da tempo dipartimenti It e uffici legali delle aziende. Spesso, infatti, i contratti sono complessi, ricchi di eccezioni e codicilli che fanno il gioco di vendor sempre pronti a rivalersi sui clienti con audit a sorpresa volti a individuare il mancato rispetto di qualche regola contrattuale. Per questo, nel tempo si è diffuso l’operato di specialisti della consulenza o anche del mondo applicativo, a supporto delle aziende esposte su questo fronte. Se il Digital Markets Act, a detta delle associazioni, già integra alcune proposte di chiarimento, i dieci principi ora presentati dovrebbero integrarsi per impedire pratiche come l’obbligo di riacquistare licenze in caso di passaggio da on-premise a cloud e viceversa o si includono oneri aggiuntivi.

Per dare sostanza alla proposta, occorrerà un impegno politico a livello di Parlamento Europeo. In senso positivo, si è già esposto Andrea Caroppo, membro della Commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori, nonché europarlamentare dell’Epp, mentre a livello nazionale si registra l’appoggio di Mauro Minenna, per molto tempo collega dei sostenitori dell’iniziativa e oggi Capo Dipartimento per la trasformazione digitale alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

 

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