Cloud provider, tre aziende su quattro non si fidano
Uno studio commissionato da Compuware a Research in Action rivela che il 73% dei professionisti It senior in America, Europa e Asia teme che i fornitori di servizi cloud nascondano problemi di prestazioni. Per il 79%, inoltre, i Service level agreement sono carenti dal punto di vista della sicurezza.
Pubblicato il 09 maggio 2014 da Valentina Bernocco


Infografica dal report di Compuware (la versione completa può essere richiesta qui)
In che cosa difettano le metriche attualmente in uso? Il 63% degli interpellati vorrebbero parametri di valutazione del servizio più specifici e dettagliati, in grado di assicurare un’esperienza utente di alta qualità in modo continuo. Alla domanda su quali metriche vorrebbero incluse negli Sla garantiti dal proprio fornitore di servizi, gli elementi più citati sono stati i tempi di risposta e la qualità dell’interazione per l’utente finale (25% delle risposte), una migliore accessibilità basata sul costante monitoraggio (23%) e una reportistica in tempo reale sui livelli del servizio (15%).
La mancanza di fiducia riguarda soprattutto possibili problemi a livello di infrastruttura o piattaforma, ma anche il rischio di “affollamento” delle risorse cloud. Tre intervistati su quattro, infatti, credono che i loro fornitori di servizi possano nascondere problemi a livello di infrastruttura o di piattaforma che potrebbero ricadere sulle performance delle applicazioni; il 60%, invece, teme che il traffico e le attività generate dagli altri clienti che usufruiscono del medesimo provider possa rallentare le prestazioni del servizio.
“Le applicazioni a cui le aziende si affidano per portare profitti e gestire importanti processi industriali richiedono grande fiducia e responsabilità nel cloud provider”, ha dichiarato Michael Masterson, director of cloud solutions della divisione Application performance management di Compuware. “Metriche superficiali come quelle sui tempi di attività non monitorano altre situazioni più urgenti come il ‘disturbo dei vicini’, che può essere dannoso per le tradizionali applicazioni aziendali che non sono progettate per bilanciare e gestire i carichi di lavoro in modo equilibrato. L’ Application performance management non è più facoltativo; e siccome i clienti scommettono sul cloud, devono pretendere Sla specifici sulle prestazioni e una risoluzione rapida dei problemi”.

E c’è poi un’altra paura, più in generale legata alla nuvola e meno alla questione degli Sla: la perdita di controllo. Spostare i carichi di lavoro su risorse esterne all’azienda genera nel 75% dei professionisti il timore di ostacoli in fase di ottimizzazione delle applicazioni, e dunque di un insufficiente ritorno sugli investimenti fatti in materia di cloud. La visibilità limitata all’interno dell’infrastruttura è percepita come ulteriore causa di rischi e costi, con un 62% di aziende che sperimentano difficoltà quando devono risolvere velocemente un problema nel cloud.
“Consegnando gran parte del controllo ai fornitori di servizi cloud, i reparti It hanno perso molte delle loro capacità di risolvere i problemi e perfezionare i servizi IT”, ha commentato Thomas Mendel, managing director di Research in Action. “Questo non dovrebbe incidere sull’ottimizzazione delle performance dell’utente finale, ma potrebbe complicare ulteriormente la questione".
"Quando si confrontano con nuove sfide e rischi dell’It", ha proseguito il ricercatore, "le aziende non dovrebbero perdere tempo giocando allo scaricabarile quando qualcosa non funziona. Essere in grado di lavorare con il proprio fornitore di servizi cloud per arrivare rapidamente al cuore della questione e risolvere il problema è essenziale per limitare i rischi e superare gli ostacoli mentre gli investimenti si spostano verso il cloud”.
COMPUWARE
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