04/05/2016 di Redazione

Emc: flash e cloud i due ingredienti per il data center perfetto

Dall’Emc World di Las Vegas, il colosso statunitense sottolinea l’importanza dei sistemi con drive a stato solido e della nuvola per una sala macchina efficiente e moderna. Senza dimenticare l’integrazione e lo sviluppo agile delle applicazioni: ecco quin

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Il mantra dell’Emc World 2016 in corso a Las Vegas è “modernizzare il data center”, intervenendo su quelle che sono state definite le quattro caratteristiche fondamentali di una sala macchine pronta per la trasformazione digitale: configurazione flash, scalabilità, risorse definite dal software e abilitazione al cloud. Sul primo pilastro, l’all-flash, Emc si è spesa molto ripetendo che il 2016 sarà l’anno di questa tecnologia e presentando, durante il primo giorno della propria convention, il nuovo sistema di storage Unity per il mid-market. L’obiettivo del vendor è consegnare la maggior parte di sistemi di storage primario sotto forma di unità a stato solido, soppiantando così di fatto i dischi magnetici grazie alla costante riduzione del costo per gigabyte della tecnologia flash. “Il mercato si sta segmentando, sia per dimensioni sia per risultati di business desiderati”, ha sottolineato Josh Goldstein, vicepresidente Primary Storage Strategy di Emc. “Si va dall’entry level fino all’high end e le aziende possono scegliere la soluzione migliore per fini diversi, dall’aggiornamento dei sistemi a parità di costo alla possibilità di processare i dati in modo più veloce”.

Ma anche il cloud non è stato ovviamente dimenticato (a differenza del software, quasi assente dalle scene): in particolare nelle configurazioni ibride, che secondo Emc sono ormai pronte per accogliere anche le applicazioni aziendali critiche. Ne sono esempi lampanti la nuova piattaforma Virtustream Storage Cloud, svelata da poche ore, e la piattaforma di sviluppo applicativo “chiavi in mano” chiamata Native Hybrid Cloud (Nhc).

Una soluzione completamente integrata e ingegnerizzata, pensata per la creazione e la distribuzione di applicazioni native nel cloud: uno dei più recenti trend It (su cui anche Vmware si sta spendendo molto) che riguarda nuove architetture software che permettano lo sviluppo applicativo agile verso la creazione, per esempio, di microservizi in opposizione a stack applicativi monolitici. Senza dimenticare ovviamente le tecnologie di containerizzazione.

 

Solutions Expo Emc World 2016, Las Vegas

 

La piattaforma di Emc, al cui cuore c’è la soluzione di sviluppo Cloud Foundry di Pivotal, è stata implementata sull’infrastruttura iperconvergente Vce Vxrack System 1000: il sistema, e questa è l’altra novità del secondo giorno dell’Emc World 2016, è stato reso ancora più flessibile con l’aggiunta dei nodi “Neutrino”, che promettono di portare a termine l’implementazione di un’infrastruttura cloud (IaaS) di livello enterprise in pochi giorni, con tecnologie di automazione e di allocazione dinamica delle risorse.

Con i nodi “Neutrino” (una combinazione di hardware e software brevettata da Emc), presentati da Chad Sakac, presidente Converged Platform Division di Emc II, è possibile eseguire ogni carico di lavoro in qualsiasi nodo del rack di Emc e su diversi stack cloud, a seconda dello specifico bisogno aziendale. Al momento, Vxrack supporta l’ecosistema Openstack, ambiente software su cui stanno convergendo praticamente tutti i grandi player tecnologici. Nel 2017, invece, verrà aggiunto anche il supporto per Apache Hadoop e per la piattaforma Vmware Photon.

Con i nodi “Neutrino”, che si affiancano ai nodi già presenti Flex e Vmware Sddc, è quindi possibile scegliere dove eseguire uno specifico lavoro in un punto qualsiasi del rack (basta che ci sia capacità disponibile) a seconda della tipologia di workload. “La nuova tipologia di nodi”, ha spiegato Jeremy Burton, president of products and marketing di Emc dal palco di Las Vegas, “è anche in grado di mantenere il corretto stato di funzionamento del rack, distribuendo patch e aggiornamenti senza alcun intervento tecnico”. Vce Vxrack System 1000 con i nodi “Neutrino” è già ordinabile, ma sarà disponibile dal terzo trimestre del 2016 al prezzo base di 300mila dollari.

Tornando ai sistemi array di storage all-flash, di cui Emc deteneva a marzo il 39 per cento di quota di mercato, il gruppo ha infine svelato una novità legata a Dssd D5: la soluzione, presentata solo due mesi fa a Londra insieme all’architettura Vmax All Flash, è pensata per le applicazioni a maggior consumo di dati, che richiedono livelli di performance molto alti e una bassa latenza. Infatti, secondo quanto riferito dal vendor, Dssd D5 è in grado di toccare i 10 milioni di Iops con una latenza media di 100 microsecondi e throughput fino a 100 GB/s.

 

Il sistema di storage Emc Dssd D5, presentato a febbraio a Londra

 

Ora Emc è pronta al passo successivo: secondo la compagnia, unire due sistemi Dssd D5 in stripe permette di raddoppiare il numero di Iops, la capacità e la larghezza di banda, riducendo inoltre di un terzo la latenza in casi d'uso che prevedono l'utilizzo di database ad alte prestazioni. Infine, Emc ha annunciato il supporto di Dssd D5 per Vxrack System: combinando le due soluzioni è possibile disporre di un sistema con componenti di storage e di networking totalmente ingegnerizzate, da sfruttare per database e data warehouse ad alta efficienza. Entrambe le nuove configurazioni saranno disponibili durante la seconda metà dell’anno.

 

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