• IL NOSTRO NETWORK:
  • The Innovation Group
  • Technopolis
  • ictBusiness.it
logo
logo
  • News
  • Focus
  • Eccellenze.it
  • Strategie di Canale
  • Ti trovi in:
  • Home Page
  • News

Europa e States, tre mesi per trovare un nuovo “porto sicuro”

Il Gruppo di Lavoro Article 29, che riunisce i garanti della privacy europei, ha stabilito che i governi dei Paesi dell’Ue dovranno negoziare entro tre mesi un accordo con le autorità statunitensi. Accordo che dovrà sostituire il Safe Harbor, ora non più valido, e garantire la trasparenza nell'utilizzo dei dati.

Pubblicato il 20 ottobre 2015 da Redazione

Gli Stati Europei hanno tre mesi di tempo per trovare un nuovo “porto sicuro” per I dati personali dei loro cittadini. Dati che corrono sul Web, spesso attraversando l’oceano e approdando in una delle quattromila Internet company a stelle e strisce per cui fino a ieri valeva il Safe Harbor. Con la sentenza, da molti definita “storica”, dello scorso 6 ottobre, la Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha invalidato la Decisione 2000/520/CE del 26 luglio 2000, con cui la Commissione Europea aveva definito come adeguato il livello di protezione dei dati personali trasferiti verso gli Stati Uniti attraverso il Safe Harbor. Un patto di scambio e di tutela che ha funzionato per quindici anni, ma che a quanto pare oggi non pare più sufficiente a proteggere i cittadini dall’occhio lungo dell’Nsa e di altre agenzie governative o di intelligence a stelle e strisce.

La palla era dunque passata ai singoli governi nazionali dei Paesi membri dell’Ue, incaricati di trovare nuovi accordi e garanzie per la riservatezza dei dati personali. Il problema riguarda innanzitutto Facebook, non solo per la popolarità della piattaforma (oltre 1,4 miliardi di profili contenenti informazioni personali e immagini) ma perché a scoperchiare il vaso di Pandora, lo ricordiamo, era stata la denuncia fatta nel 2013 dallo studente austriaco Max Schrems contro il social network. Ma riguarda anche altri colossi domiciliati negli Usa, come Google, Yahoo, Apple e Amazon, e complessivamente circa quattromila società Web che (è l'accusa di Schrems) potrebbero rappresentare una miniera di informazioni per agenzia come la Nsa.

L’immediata conseguenza della sentenza del 6 ottobre è che le autocertificazioni emesse dalle aziende prima di quella data e basate sul Safe Harbor hanno smesso di valere: chi le usa agisce illegalmente. Nel trasferimento di dati personali alle multinazionali possono ancora essere usati, invece, accordi come le Binding Corporate Rules e le Model Contract Clauses, ma questi non impediscono alle autorità per la privacy nazionali di poter indagare su singoli casi e segnalazioni.

 

 

Ora, la notizia nuova è che c’è una scadenza: tre mesi. Il Gruppo di Lavoro Article 29, che riunisce i garanti della privacy europei, ha stabilito che i governi dei Paesi dell’Ue dovranno negoziare un accordo con le autorità statunitensi, un accordo che preveda “meccanismi chiari e vincolanti” e anche l’impegno delle autorità pubbliche a svolgere attività di supervisione sulla trasparenza nel trattamento dei dati. “Se alla fine di gennaio 2016 non si sarà individuata una soluzione appropriata con le autorità statunitensi”, ha deciso il Gruppo di Lavoro Article 29, “i garanti europei si impegneranno ad avviare tutte le azioni tutte le azioni necessarie e appropriate, che possono includere una azione di enforcement coordinata”. Tre mesi, dunque, per evitare che fra Europa e Stati Uniti scoppi una nuova “guerra dei dati”.

 

Tag: privacy, facebook, europa, dati, Usa, nsa, safe harbor

PRIVACY

  • Uso improprio di dati personali, Facebook perde la class action
  • Con Salesforce i dati del Crm possono restare in Europa
  • Nel cloud di Infobip i dati possono restare in Europa
  • Cookie e mancata trasparenza, multa da 5 milioni di euro per TikTok
  • Gmail e Drive con crittografia end-to-end, ma solo su Workspace

NEWS

  • Nuove Gpu e alleanze nel cloud per spingere l’AI di Nvidia
  • Data center Aruba, l’impegno per la sostenibilità è certificato
  • Google Cloud raddoppia in Italia con la “regione” di Torino
  • Acquisizione Broadcom-Vmware, semaforo giallo in Regno Unito
  • Made in Italy e low code, il Bpm di Cualeva
Seguici:
IctBroadcast

Tweets by ictBusinessIT

Top news
  • Più lette
  • Ultime pubblicate
Da Vertiv un Ups versatile, tra potenza e risparmio energetico
Didattica in realtà virtuale immersiva per le scienze radiologiche
La sicurezza rafforzata dall’AI ispira gli sviluppi di Dynatrace
Dati per il business e per il bene comune, così li usano le aziende
Sap conferma l’impegno sul canale, vi transita il 90% dei progetti
La febbre dell’intelligenza artificiale fa ripartire i ricavi di Nvidia
AI, Microsoft corregge le novità di Bing e porta il chatbot su Skype
Trasformazione digitale in azienda, scontento un dipendente su tre
Nel cloud di Infobip i dati possono restare in Europa
Pc in picchiata a inizio 2023, cautela tra i distributori
Sd-Wan e 5G tengono banco negli sviluppi di VMware
Transizione energetica, il gap tra buone intenzioni e fatti
Automazione intelligente per le telco grazie a Juniper e Ibm
Reti a supporto della blockchain e dei contenuti, Gtt scelta da Eluvio
Accesso esteso all tecnologie di cloud ibrido Red Hat per i partner
Microsoft, novità di Azure per gli operatori di telecomunicazione
PA, utilities e servizi finanziari volano per Oracle in Italia
Una nuova intranet fa “viaggiare” Autostrade per l’Italia
Gli errori di configurazione del cloud sono quasi ubiqui
Microsoft lancia in Dynamics un “copilota” di intelligenza artificiale
Nuove Gpu e alleanze nel cloud per spingere l’AI di Nvidia
Data center Aruba, l’impegno per la sostenibilità è certificato
Google Cloud raddoppia in Italia con la “regione” di Torino
Acquisizione Broadcom-Vmware, semaforo giallo in Regno Unito
Made in Italy e low code, il Bpm di Cualeva
ChatGPT potenziale rischio, il cybercrimine può sfruttarlo
Phishing, attenzione alle nuove tattiche che superano i controlli
Prestazioni, stabilità, sicurezza e facilità: le promesse di Java 20
Hackeraggio su Atac, fermi il sito e la biglietteria online
Roberto Scorzoni guida l’area pagamenti digitali di Minsait
Chi siamo
Contatti
Privacy
Informativa Cookie
News
Focus
Eccellenze.it
Strategie di canale
The Innovation Group
Technopolis
indigo logo tig logo
© 2023 The Innovation Group, via Palermo 5, 20121 Milano | P.IVA 06750900968