27/03/2018 di Redazione

Foxconn corteggia Belkin con 866 milioni: cosa dirà Trump?

Il colosso asiatico vuole acquisire l’azienda statunitense, che controlla anche i marchi Linksys, Wemo e Phyn. Ma l’operazione potrebbe essere bloccata da Washington: il principale fornitore di Apple ha sede a Taiwan e stretti rapporti con la Cina.

immagine.jpg

La Cina prova a mettere le mani su un altro pezzo di Stati Uniti. Foxconn, colosso taiwanese noto soprattutto per essere il principale fornitore di Apple, ha annunciato l’intenzione di acquisire Belkin, azienda di elettronica a stelle e strisce che possiede anche i marchi Linksys, Wemo e Phyn. Il valore economico dell’operazione è di circa 866 milioni di dollari in contanti, come confermato dalla stessa Belkin. Le trattative verranno condotte da Foxconn Interconnect Technology Limited (Fit), sussidiaria del conglomerato Hon Hai Precision Industry (casa madre di Foxconn). Considerato però l’ostile clima commerciale fra Washington e Pechino (Taiwan è uno Stato de facto ma ha indissolubili rapporti con la Cina continentale) non è affatto detto che la transizione vada a buon fine. Donald Trump ha bloccato pochi giorni fa il tentativo di acquisizione di Qualcomm da parte di Broadcom, aggiungendo al “pacchetto” una serie di dazi sulle merci importate dalla Cina.

Il deal dovrà obbligatoriamente passare al vaglio del Cfius, il comitato statunitense sugli investimenti esteri nel Paese: si tratta della stessa authority che ha fornito l’assist necessario a Trump per bloccare l’avanzata di Broadcom, spostando il baricentro della questione sulla sicurezza nazionale. E, considerata la natura dei prodotti di Belkn (networking e connettività), è probabile che il Cfius voglia dire la sua anche in questo caso.

L’obiettivo di Foxconn è invece quello di entrare con prepotenza nel mercato dei dispositivi connessi per la smart home. Oltre all’accessoristica di fascia alta prodotta da Belkin, il conglomerato taiwanese potrebbe mettere le mani su router e altre apparecchiature di networking (Linksys) e su una serie di prodotti per la casa intelligente (Wemo e Phyn), creando di fatto un’offerta end-to-end di soluzioni di connettività consumer.

Fino ad oggi Foxconn è sempre stata vista come un produttore nascosto dietro il successo dei grandi brand americani. Rilevando Belkin, il colosso asiatico potrebbe compiere il salto di qualità a livello di immagine e proporsi al mercato come un vendor pronto a guidare la rivoluzione dell’Internet delle cose per il mondo consumer. Senza contare la possibilità d’oro di diversificare il business, diminuendo così la propria dipendenza da Apple (la produzione di componenti per l’iPhone genera metà del fatturato di Foxconn).

 

Donald Trump

 

Come specificato nella nota stampa di Belkin International, se l’operazione dovesse andare in porto l’azienda statunitense continuerà a operare come sussidiaria di Foxconn Interconnect Technology Limited, guidata dall’attuale fondatore e Ceo Chet Pipkin. Pipkin dovrebbe anche unirsi al management di Fit.

 

ARTICOLI CORRELATI