01/02/2018 di Redazione

Fujifilm prende il controllo di Xerox, previsti 10mila esuberi

L’azienda giapponese rileverà il 50,1% del gruppo statunitense, conferendone il 75% nella joint venture Fuji Xerox, lanciata oltre cinquant’anni fa per coprire il mercato asiatico. Il deal vale 6,1 miliardi di dollari ma non sarà indolore, soprattutto a l

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Xerox è diventata giapponese. L’azienda di document management statunitense è stata rilevata al 50,1 per cento dal suo storico partner nipponico Fujifilm, il quale conferirà il 75 per cento della sua partecipazione nella joint venture Fuji Xerox: una collaborazione pluridecennale, siglata dalle due società per coprire il mercato dell’Asia-Pacifico, Cina inclusa. In estrema sintesi il deal, che dovrebbe chiudersi nella seconda metà del 2018, prevede che Fuji Xerox acquisisca i tre quarti del capitale che attualmente fa riferimento a Fujifilm, sborsando 6,1 miliardi di dollari. Il gruppo giapponese, a sua volta, rileverà il 50,1 per cento di Xerox. La nuova realtà che si andrà a formare dovrebbe generare un fatturato annuo di circa 18 miliardi e manterrà entrambi gli headquarter a Tokyo e nel Connecticut.

L’amministratore delegato del business delle fotocopiatrici (che verrà quotato a Wall Street) sarà Jeff Jacobson, attuale Ceo di Xerox. Il presidente invece sarà il numero uno di Fujifilm, Shigetaka Komori. Komori sarà anche chairman del board, che sarà composto da 12 membri: sette verranno indicati dall’azienda giapponese, cinque invece dal gruppo statunitense. Gli azionisti di Xerox riceveranno 2,5 miliardi di dollari di dividendi straordinari.

Fin qui tutto bene? Non proprio. L’annuncio della fusione non piacerà probabilmente ai dipendenti delle due compagnie, in quanto il piano di acquisizione prevede anche esuberi per diecimila unità a livello globale. La business unit più colpita sarà quella delle stampanti e fotocopiatrici, da tempo in crisi a causa della crescente digitalizzazione dei documenti. Entro la fine del 2020 Fujifilm prevede inoltre tagli ai costi per oltre 400 milioni di dollari.

La fine dell’indipendenza di Xerox è un duro colpo per il mercato statunitense, soprattutto a livello d’immagine. L’azienda fu infatti fondata nel 1906 a Rochester, nello stato di New York, e inizialmente produceva carte fotografiche. Sua la prima fotocopiatrice xerografica al mondo, lanciata nel 1959. La società è celebre anche per il suo centro ricerche di Palo Alto (Parc), che ha contribuito a dare vita ai moderni Pc.

Xerox ha chiuso l’anno fiscale 2017 con un fatturato totale di 10,3 miliardi di dollari, in flessione del 4,7 per cento rispetto al 2016. La riduzione dei costi, prevista da un piano di trasformazione strategica, ha toccato quota 680 milioni, superiore ai 600 milioni previsti. L’utile per azione rettificato è stato di 3,48 dollari, maggiore della parte alta della forchetta che spaziava fra i 3,28 e i 3,44 dollari.

AGGIORNAMENTO: A proposito degli esuberi, Xerox ha voluto sottolineare che "i diecimila posti di lavoro tagliati derivano da Fuji Xerox in Asia Pacifico. Non sono associati in alcun modo all'accordo stretto con Xerox e non saranno fatti neanche in minima parte all'interno di Xerox Corporation".

 

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