Gigabit society, mancano 150 miliardi di euro di investimenti
L’Unione Europea sottolinea come le telco abbiano pianificato investimenti per 350 miliardi per portare connettività in fibra fino alle case, ma il piano comunitario prevede una copertura completa entro il 2025, che costerebbe 500 miliardi.
Pubblicato il 13 aprile 2018 da Redazione

Il piano della Commissione Europea per arrivare al compimento della “gigabit society” entro il 2025 potrebbe fallire. Secondo i dati diffusi da Anthony Whelan dell’agenzia comunitaria Dg Connect, infatti, mancano all’appello oltre 150 miliardi di euro per terminare la stesura dei cavi per le connessioni Fiber-to-the-home (Ftth), che porterebbero collegamenti ultrabroadband direttamente nelle case dei cittadini europei. Gli operatori avrebbero pianificato investimenti per soli 350 miliardi, ma per completare il progetto ne servirebbero almeno 500. Il rischio è l’accentuazione del digital divide fra le zone rurali e quelle più urbanizzate. “Seguendo l’andamento degli investimenti Capex, si può notare come i dati attuali parlino di 335 miliardi messi sul piatto fino al 2025”, ha spiegato Whelan. “Dobbiamo attuare strategie efficaci per colmare il divario” e arrivare così ai 500 miliardi necessari.
L’obiettivo centrale del piano europeo è quello di coprire entro il 2025 tutte le abitazioni dell’Unione con connessioni ad almeno 100 Mbps, già pronte eventualmente per un passaggio al gigabit per secondo. Un altro traguardo ambizioso a cui tende il progetto riguarda il 5G, le cui reti di nuova generazione dovranno essere accessibili in tutte le aree urbane e per tutti i principali corridoi di trasporto terrestri.
Secondo Whelan i cittadini europei si aspettano connettività a 1 Gbps come standard, altrimenti rimarranno delusi: “Molto probabilmente il mercato non riuscirà a soddisfare la domanda degli utenti”, ha dichiarato il funzionario. Ma il lavoro portato avanti dalle telco non è comunque tutto da buttare. “Dal 2011 a oggi la copertura in fibra fino ai palazzi (Fttp, Fiber-to-the-premises, ndr) è cresciuta dal 10 al 27 per cento: un risultato positivo, considerando che il settore deve continuamente investire” per stare al passo con domanda e tecnologie.
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