22/06/2019 di Redazione

Google Maps dà la caccia ai “fantasmi”: 11 milioni di finte aziende

Wall Street Journal ha denunciato l’esistenza di 11 milioni di false attività commerciali presenti sulla piattaforma di mappe. Ma l’opera di “pulizia” di Google sta facendo progressi.

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Google Maps è popolata di “fantasmi”. La piattaforma di mappe digitali più popolare al mondo negli anni si è arricchita di moltissime funzioni, diventando fra le altre cose anche una sorta “motore di ricerca della geolocalizzazione”, oltre che uno strumento utile per orientarsi. Il problema è che su Maps ci sono anche milioni di segnalazioni fasulle su sedicenti aziende o attività commerciali che in realtà non esistono, oppure che esistono sì ma si ritrovano associate a dati di recapito scorretti. Ed è un problema noto alla stessa Google, che da anni è impegnata a contrastarlo cercando, verificando e cancellando dalla piattaforma le indicazioni truffaldine.

 

Ora però il fenomeno è stato quantificato: la somma di attività false, inesistenti o non corrette ammonterebbe a circa 11 milioni, secondo quanto denunciato da un articolo del Wall Street Journal. Ma perché mai qualcuno dovrebbe inserire dei dati fasulli su una piattaforma di pubblico servizio (oltre che potente vetrina pubblicitaria)? Le motivazioni, spiega il Wsj, non sono sempre le stesse: alcuni si inventano attività commerciali per attrarre persone interessate e truffarle, altri creano un riferimento per una società concorrente ma indicando un numero di telefono sbagliato.

 

Di fronte al non edificante scenario, a Mountain View sono corsi ai ripari per spiegare che sì, Google Maps non è esattamente lo specchio della verità, ma si lavora per ripulire il più possibile questa gigantesca mappa del mondo dalle indicazioni false. “Receviamo milioni di contributi ogni giorno”, ha scritto Ethan Russell, product director di Google Maps, “come profili di nuove aziende, recensioni, votazioni a stelle e altro, e la grande maggioranza di essi sono utili e accurati. Occasionalmente, però, truffatori motivati dal business sfruttano le voci nelle mappe locali per guadagnarci”.

 

 

Le voci false o scorrette, ha spiegato Russell, in Maps sono una piccola percentuale e d’altra parte il problema è sempre esistito in qualsiasi servizio di mappe, guide ed elenchi di attività commerciali stampati su carta. Una piattaforma digitale può essere epurata più facilmente delle inesattezze, ma contemporaneamente può anche tornare a ospitarle con altrettanta facilità. “I truffatori”, ha detto la product director, “utilizzano un’ampia gamma di tecniche di camuffamento per ingannare il sistema, e non appena li rimuoviamo modificano la loro tecnica e il ciclo si ripete”. Google ha varato delle regole severe a riguardo, ha creato strumenti di segnalazione self-service e continuamente sviluppa e continuamente testa nuovi metodi sia affidati all’intervento umano sia alle tecnologie di rilevamento automatico. “Ma non possiamo diffondere troppi dettagli su questi nostri sforzi”, ha spiegato Russell, “senza rischiare di finire per aiutare i truffatori a trovare nuovi modi per ingannare i nostri sistemi”.

 

I progressi però si vedono, assicura Google. Nel 2018 sono stati rimossi da Maps oltre tre milioni di falsi profili, e nel 90% dei casi la cancellazione è avvenuta ancora prima che alcun utente potesse vederli. Nell’85% dei casi il merito della scoperta va ai sistemi di monitoraggio interni a Google, e nel restante 15% alle segnalazioni delle persone.

 

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