17/11/2020 di Redazione

I monopattini di Voi Technology non daranno più fastidio ai pedoni

La società svedese di mobilità in sharing è la prima a scegliere di adottare Luna: una tecnologia di intelligenza artificiale riconosce con precisione altissima gli ostacoli e il tipo di superficie su cui viaggia il monopattino.

I monopattini elettrici sono gioia e dolori delle città: questa nuova forma di trasporto di prossimità, ottima nelle intenzioni, può facilmente diventare molesta o anche pericolosa per i pedoni e i ciclisti. Lo scontro fra chi ama e chi odia questa tecnologia, fra chi la utilizza per i suoi spostamenti cittadini e chi la “subisce”, è quanto mai attuale in tempi di pandemia (ricordiamo che con il “bonus mobilità” il governo italiano ha cercato di stimolare l’acquisto di micro-veicoli di trasporto individuale, come appunto i monopattini elettrici, capaci di rappresentare un’alternativa ai mezzi pubblici e all’automobile su brevi tragitti). Oggi fortunatamente l’intelligenza artificiale arriva là dove l’intelligenza umana non arriva: può evitare che un monopattino investa un pedone o infranga il codice stradale viaggiando sui marciapiedi, o ancora che il guidatore si faccia male perché non si è accorto di un ostacolo.

 

Una tecnologia di questo tipo esiste e si chiama Luna: figlia di una startup di Dublino (Luna Systems), assicura una precisione maggiore e migliore di quella garantita dal segnale Gps. Quest’ultimo, infatti, può rilevare solo la presenza di ostacoli con un’accuratezza approssimativa (da cinque a dieci metri) e può farlo, in media, nel 66% dei casi. Al contrario, Luna calcola la distanza fra monopattino e pedone con un margine di errore di appena tre centimetri. 

 

Come ci riesce? Grazie alla visione computerizzata, cioè a un sistema che unisce fotocamere dotate di sensori e algoritmi di intelligenza artificiale, capaci di distinguere vari tipi di oggetto: a seconda dei casi di utilizzo, il sistema può accorgersi di un pedone o di un altro ostacolo, ma anche riconoscere se il veicolo viaggia correttamente nella sua corsia in strada o se ha invaso il marciapiede o la pista ciclabile. Tecnicamente Luna è un esempio di intelligenza artificiale “edge” in quanto integrata all’interno dei monopattini, che dunque diventano oggetti IoT. Si tratta di soluzione non troppo diversa da quella delle automobili a guida assistita di fascia alta. 

 

La notizia è che la società svedese Voi Technology (presente anche a Milano con una flotta di 750 esemplari) è il primo operatore di monopattini in sharing a scegliere di sperimentare Luna. Si partirà in Regno Unito, a Northampton, con un test della durata di un anno nel quale il team operativo locale di Voi Technology utilizzerà monopattini elettrici equipaggiati con questa tecnologia per raccogliere dati sul rilevamento dei pedoni. In un secondo momento i micro-veicoli “intelligenti” potranno essere messi a disposizione degli utenti. “Dato che i monopattini in sharing aumentano in modo esponenziale nelle città di tutto il mondo, è fondamentale che diventino più intelligenti e sicuri, a vantaggio di utenti, pedoni e città”, ha commentato Andrew Fleury, cofondatore e Ceo di Luna. “Con questa fase di sperimentazione vogliamo esplorare in particolare il modo in cui i monopattini, dotati di computer vision, possono garantire un migliore uso per i clienti, i pedoni, gli utenti della strada più vulnerabili, il team operativo di Voi e le stesse autorità locali”. 

 

 

La sperimentazione è parte di un’iniziativa del governo britannico, tesa a per proporre i monopattini elettrici ai cittadini come mezzo di trasporto innovativo, sostenibile dal punto di vista delle emissioni e in grado di garantire il distanziamento sociale. La partnership tra Luna e Voi Technology coinvolge però anche altre tecnologie di trasporto cittadino,  finalizzate a migliorare l'efficienza operativa delle flotte di monopattini elettrici e ad accelerare la loro diffusione su larga scala. Luna fornirà all'azienda svedese una tecnologia di rilevamento della posizione Gps in grado di monitorare i parcheggi con precisione millimetrica nelle aree designate, eliminando così il problema delle soste selvagge (particolarmente pericolose per le persone ipovedenti ma fastidiose per tutti). Là dove non arriva il senso civico, se non altro può arrivare la tecnologia.

 

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