I nuovi processori andranno a braccetto soltanto con Windows 10
Microsoft ha annunciato che le prossime generazioni di Cpu, come Intel “Kaby Lake”, supporteranno esclusivamente l’ultima release del sistema operativo. I possessori di Windows 7 o 8.1 saranno quindi costretti ad aggiornare le proprie macchine, pena deficit prestazionali di rilievo. Gli utenti business con Skylake avranno 18 mesi di tempo per cambiare.
Pubblicato il 18 gennaio 2016 da Redazione

Dopo le pressioni sul lato software, Microsoft prova ora a forzare la mano sul versante hardware. In un blog post Terry Myerson, executive vice president del Windows and Devices Group ha annunciato che le prossime generazioni di processori non supporteranno più Windows 7 e Windows 8.1, “obbligando” di fatto gli utenti a utilizzare solo ed esclusivamente Windows 10. Un cambio di passo radicale rispetto al passato quando, a ogni rilascio di nuovi processori, Microsoft correva ai ripari aggiornando il sistema operativo per garantire agli utenti la massima compatibilità con le innovazioni introdotte dalle diverse Cpu. Invece, con l’arrivo ormai imminente di piattaforme come Intel “Kaby Lake”, Qualcomm “8996” e Amd “Bristol Ridge”, verrà garantita la piena compatibilità solo con l’ultimo os di Microsoft, che ha fatto la sua comparsa il 29 luglio 2015. Questo non vuol dire che le versioni precedenti di Windows rimarranno completamente a secco, ma certamente il passaggio è notevole.
Le release numero 7, 8 e 8.1 continueranno a ricevere gli aggiornamenti legati ai processori Intel Skylake, arrivati sul mercato nell’agosto dello scorso anno. Se, con l’introduzione di piattaforme come “Kaby Lake” gli utenti si troveranno a utilizzare per esempio Windows 7, potranno facilmente incorrere in deficit prestazionali notevoli. Oppure, nella peggiore delle ipotesi, i dispositivi non funzioneranno del tutto.
La voglia di Microsoft di spingere il più possibile Windows 10 è ormai evidente, a tutti i livelli. Qualche giorno fa il colosso di Redmond ha annunciato che l’ecosistema è ormai presente in duecento milioni di dispositivi in tutto il mondo, ma il grande salto ancora non è avvenuto. Inoltre, secondo alcuni osservatori l’arrivo di Windows 10 avrebbe creato un ulteriore stallo nel mercato dei Pc, con molti utenti (soprattutto aziendali) che non hanno ancora effettuato né l’aggiornamento software né quello hardware perché molto cauti su alcuni aspetti. In primis quello della compatibilità delle applicazioni business presenti nel parco macchine aziendale.
Senza dimenticare il tema della privacy e dell’autonomia degli aggiornamenti, argomento su cui si è dibattuto praticamente dal primo giorno seguente alla comparsa di Windows 10. Ma il colosso di Redmond non potrebbe mai lasciare, di punto in bianco, i milioni di utenti Windows 7 e Windows 8.1 con il cerino in mano. Queste due release, infatti, continueranno a ricevere supporto per sicurezza, affidabilità e compatibilità ancora per molto tempo. Nello specifico, Windows 7 fino al 14 gennaio 2020, mentre Windows 8.1 arriverà fino al 10 gennaio 2023. Ovviamente, la “sopravvivenza” è legata alle generazioni di processori attualmente disponibili, con Skylake su tutti.
Discorso leggermente diverso per le imprese. Microsoft manterrà una lista di sistemi Skylake attualmente disponibili sul mercato, ma con Windows 7 e 8.1, per cui verrà garantito pieno supporto almeno fino al 17 luglio 2017. “Durante il periodo di 18 mesi”, scrive Myerson, “questi sistemi dovranno essere aggiornati a Windows 10 per ricevere pieno supporto. Dopo luglio 2017 gli aggiornamenti di sicurezza critici per Windows 7 e Windows 8.1 verranno rilasciati solo per queste configurazioni”.
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