25/02/2021 di Redazione

I servizi della PA sono a portata di smartphone

Al via il Digital Italy Program 2021. L’esordio con una Webconference organizzata da The Innovation Group che ha visto la partecipazione dei protagonisti della rivoluzione digitale della PA centrale e locale.

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A partire dal prossimo 28 febbraio tutti i servizi pubblici dovranno essere fruibili anche online. A stabilirlo è il Decreto Semplificazioni presentato lo scorso luglio che, tra le altre cose, stabilisce che le Pubbliche Amministrazioni dovranno provvedere a integrare nei propri sistemi informativi Spid (Sistema Pubblico di Identità Digitale) e Cie (Carta d’Identità Elettronica) come unico sistema di identificazione per l’accesso ai servizi digitali; integrare la piattaforma PagoPa nei sistemi di incasso per la riscossione delle proprie entrate; avviare i progetti di trasformazione digitale necessari per rendere disponibili i propri servizi sull’App Io.

Quali saranno i vantaggi attesi per cittadini e amministrazioni? A parlarne è stato Francesco Paorici, Direttore Generale, Agid intervenuto alla web conference di The Innovation Group “Rivoluzione digitale: la PA a portata di smartphone” secondo cui «l’utilizzo di Spid permetterà ai cittadini di accedere facilmente ai servizi pubblici e alle amministrazioni di ridurre i costi di gestione ed erogazione dei servizi, oltre che un elevato standard di sicurezza». Quali attività si stanno promuovendo per facilitare le amministrazioni a rispettare la scadenza del 28 febbraio? «Sono stati organizzati dei webinar – riporta Paorici – per diffondere la cultura tra le amministrazioni mentre tra le iniziative a sostegno dei cittadini si sta riprogettando il sito web dell’Agid per renderlo maggiormente comunicativo in un’ottica di Customer Experience». È stato promosso, inoltre, il potenziamento del team dedicato alle attività di collaudo tecnico: stando ai dati Agid sono 730 i nuovi enti pubblici attivati nell’ultima settimana, mentre 5.480 gli enti pubblici che al 17 febbraio hanno attivato Spid. Si tratta di attività rese possibili da un lavoro congiunto in cui utenti, provider, soggetti aggregatori hanno lavorato in maniera sinergica.

Anche spostando l’attenzione su PagoPa si nota una crescita significativa: a parlarne è stato Claudio Fornaro, Chief Sales Officer, PagoPa che ha affermato come siano state raddoppiate le transazioni rispetto al 2019, un aumento che continuerà ad essere presente nel 2021 e che sarà veicolato con il supporto di diversi partner tecnologici. «Ciò che si sta promuovendo – afferma Fornaro – è un’evoluzione costante della piattaforma. Di estrema rilevanza è stata altresì l’istituzione del Fondo Innovazione, iniziativa a cui le Pubbliche Amministrazioni hanno risposto in maniera molto positiva».

Se, dunque, nel 2020 si è assistito ad una forte accelerazione del processo di digitalizzazione (complice la situazione di emergenza) come affrontare al meglio la ripresa? Quali i benefici/le opportunità attese dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza? Come riportato da Alfonso Fuggetta, Ceo, Cefriel «per il 2021 si ha bisogno di una forte discontinuità». «Ciò di cui si avverte l’esigenza – ha proseguito Fuggetta – è una rivisitazione complessiva dei processi di innovazione. In questo senso il Pnrr rappresenta una grande occasione ma è importante ottimizzare l’utilizzo delle risorse attese».

«Per la Pa – prosegue Fuggetta - essere al servizio del cittadino non vuol dire digitalizzare i processi esistenti, piuttosto farli sparire: finora ci si è concentrati più sul front-end che sul back-end, adesso bisognerà riorganizzare le dinamiche di comunicazione tra centro e periferia». Un punto quest’ultimo su cui sono intervenuti anche Francesco Raphael Frieri, Direttore Generale, Regione Emilia-Romagna secondo cui è «estremamente importante distinguere tra il percorso di trasformazione digitale e quello di digitalizzazione» e Eugenio Prosperetti, Docente Informatica Giuridica, Luiss che ha ricordato come il «rischio è che si vadano ad applicare meccanismi digitali ad un apparato burocratico non predisposto ad un simile cambiamento».

Per Prosperetti, inoltre, estremamente rilevante è il tema dell’interoperabilità dei dati e il principio dell’Once Only, aspetto su cui è intervenuto anche Michele Bertola, Direttore Generale, Comune di Bergamo e Presidente, Andigel secondo cui all’interno della Pa italiana si avverte innanzitutto un problema culturale, «creare un Prnn di successo vuol dire soprattutto introdurre un tema di misurazione degli impatti». Quella culturale è stata una tematica sollevata anche da Valeria Fascione, Assessore Ricerca, Innovazione e Start up, Regione Campania secondo cui «digitalizzare vuol dire investire in infrastruttura, competenze e cultura» e da Idelfo Borgo, Direttore Ic&T e Agenda Digitale, Regione Veneto, che ha ricordato l’importanza di accompagnare e supportare le amministrazioni nel proprio percorso di trasformazione digitale. Anche per Sauro Del Turco, Responsabile Attuazione Agenda Digitale, Regione Toscana, «la trasformazione digitale è la capacità di definire azioni e progetti basate su investimenti efficienti e da una forte vicinanza al territorio: senz’altro necessarie le infrastrutture abilitanti (cloud, data center, dati) ma la parola d’ordine è il dialogo».

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