Pubblicato il 19 gennaio 2018 da Redazione
Come sono bizzarri e imprevedibili i mercati. Dopo oltre cinque anni di sofferenze, Ibm ha pubblicato i conti del primo trimestre caratterizzato da una crescita del fatturato complessivo (più 4 per cento), ma Wall Street non è stata clemente e ha spinto al ribasso il titolo di oltre tre punti percentuali. I ricavi negli ultimi tre mesi del 2017 sono stati 22,5 miliardi di dollari, superiori di 490 milioni rispetto alle aspettative degli analisti. Ha virato però in negativo il profitto, tramutatosi quindi in una perdita di 1,05 miliardi di dollari, ma dovuta principalmente a un’operazione di rientro dei capitali esteri che ha portato a una tassa una tantum di 5,5 miliardi. Gli utili sono comunque scesi rispetto all’ultimo trimestre del 2016 e la flessione potrebbe quindi giustificare i dubbi dei mercati. L’utile per azione non-Gaap, che non tiene conto di alcune condizioni temporanee (come per esempio la tassazione one shot sui capitali esteri), è di 5,18 dollari, superiore di un centesimo rispetto alle attese.
I cosiddetti strategic imperatives, quelle aree del business su cui Ibm sta puntando tutto per trasformarsi e che ormai rappresentato quasi la metà del giro d’affari societario, sono cresciuti del 14 per cento anno su anno, a 11,1 miliardi di dollari. Le soluzioni di sicurezza hanno fatto un balzo in avanti del 127 per cento (1,5 miliardi), mentre il cloud si è accontentato di un più 27 per cento (5,5 miliardi). Bene anche il mobile (più 14 per cento) e gli analytics, cresciuti di sei punti percentuali a 6,1 miliardi di dollari.
Le soluzioni cognitive hanno performato bene, salendo del tre per cento a quota 5,4 miliardi. Fra i prodotti di punta di questa offerta spicca sicuramente la piattaforma Watson, che fra le altre cose offre servizi di intelligenza artificiale. Positiva anche la divisione hardware, trainata dai mainframe Ibm Z e dal quarto trimestre consecutivo di crescita dello storage. Complessivamente, questa business unit ha generato 3,3 miliardi di dollari di fatturato (più 28 per cento anno su anno).
Fonte: Ibm
Per tutto l’ultimo esercizio fiscale, Big Blue ha registrato un utile per azione non-Gaap di 13,80 dollari, in rialzo sul 2016 di due punti percentuali. Per il 2018 la società si attende ricavi e margini stabili, tenuti a galla dalle prestazioni costanti delle aree di business più “giovani” e promettenti, come il cloud e le soluzioni di sicurezza.
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