19/12/2011 di Redazione

Il pericolo per la sicurezza? Chi lavora in azienda

Cisco ha pubblicato un nuovo rapporto sulla sicurezza che mostra come la maggior parte delle persone abbia poca o nessuna preoccupazione per la privacy online. E come, pur di soddisfare i propri bisogni, è pronta a violare le policy aziendali.

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I giovani professionisti sono pronti a violare le regole aziendali pur di accedere a Internet e usare i dispositivi che vogliono, e il problema riguarda in buona parte anche i professionisti IT. Forse sono troppo sicuri di sé stessi, o forse hanno sentito troppi avvertimenti apocalittici per credere che siano veri, ma sta di fatto se sette su dieci ignorano le politiche di sicurezza, e uno su quattro finisce per subire un furto d'identità prima dei trent'anni.

Questo il poco edificante quadretto dipinto dal  terzo capitolo dello studio Cisco Connected World Technology Report, sottolineando con enfasi "un dato che è cresciuto con Internet  e che rappresenta uno stile di vita che vede sempre più convergere le attività personali con quelle lavorative sul posto di lavoro".  Come spiegava Trend Micro la settimana scorsa alla base di tutto questo c'è un generale "allentamento dei confini della privacy", che spinge anche chi ha un ruolo chiave ad esporsi.

Sette professionisti su 10 (il 70% globalmente e il 73% in Italia) hanno ammesso di non rispettare le policy con regolarità. La ragione più frequente è la convinzione di non fare nulla di sbagliato (33% globalmente e il 35% in Italia). Uno su cinque (22% globalmente e il 15% in Italia) ha citato l'esigenza di accedere a programmi e applicazioni non autorizzati per fare il proprio lavoro, mentre il 19% (il 5% in Italia) ha ammesso di non aver rispettatole policy.

Il 18% (il 10% in Italia) ha dichiarato di non avere il tempo di pensare alle policy mentre lavorano e altri che non conviene adottarle, che dimenticano di farlo (15% globalmente e il 10% in Italia), o di non essere controllati dal loro capo (14% globalmente e il 10% in Italia). Due intervistati su tre (67%) ha dichiarato che le policy IT devono essere modificate per soddisfare l'effettiva esigenza di maggiore flessibilità lavorativa.

Tra i comportamenti "a rischio" secondo Cisco c'è anche l'uso di reti Wi-Fi non controllate, ciome quella del vicino di casa, oppure l'uso di computer presi in prestito e non controllati. C'è persino chi si piazza vicino a un negozio o un bar per usare la rete Wi-Fi gratuitamente. E poi c'è chi permette ad altri, amici o parenti, di usare il proprio PC senza supervisione.

In generale ben pochi si sentono responsabili della sicurezza dei dati aziendali, e ritengono che sia un tema di cui devono occuparsi i responsabili IT.


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