Giorni ricchi di annunci per Intel, e questa volta si tratta (nelle parole dell’azienda), del cambiamento di modello di business più importante dell’intera sua storia. Dopo i nuovi investimenti da decine di miliardi di euro pianificati per accelerare le attività di ricerca e sviluppo e di manifattura in Europa e in Israele, ora l’azienda ha annunciato una ristrutturazione interna che, secondo le previsioni, le permetterà di risparmiare tra gli 8 e i 10 miliardi di dollari da qui alla fine del 2025. Intel accorperà tutte le attività di manifattura, inclusi i servizi di fonderia per conto terzi, in un’unica divisione che avrà obiettivi di profitto e riporterà in chiaro i propri risultati finanziari.
Nelle parole ufficiali dell’azienda, si tratta dell’inizio della “trasformazione del business più significativa di 55 anni di storia”. Una trasformazione necessaria. “L’industria dei semiconduttori e il computing in generale si sono evoluti rapidamente”, ha commentato il chief financial officer, David Zinsner “e dobbiamo adattare le nostre operazioni aziendali di conseguenza. Con l’avvento degli smartphone, della rete digitale, dell’edge intelligente, del cloud computing e dell’intelligenza artificiale, le necessità di calcolo si sono diversificate”.
Più precisamente, la nuova business unit includerà le attività di produzione interna (cioè di semiconduttori a marchio Intel), gli Intel Foundry Services, le attività di sviluppo tecnologico e anche la produzione per clienti esterni paganti (secondo il modello già seguito dalla taiwanese Tsmc).
Questo permetterà di ottenere una serie di efficienze e di incrementare la profittabilità, arrivando all’obiettivo annunciato di un margine lordo non-Gaap del 60%. A detta di Zinsner, questa decisione aumenterà anche la trasparenza sulle reali performance finanziarie di Intel, e inoltre favorirà la presa di responsabilità, “rafforzando i legami tra decisioni e costi”.
Nel nuovo modello operativo, le divisioni internet di Intel che si occupano di prodotto avranno con la business unit manifatturiera una relazione cliente-fornitore. La divisione manifattura dovrà affrontare le stesse dinamiche di mercato, di competizione su performance e prezzi, che già affrontano altri servizi di fonderia esterni all’azienda. Già oggi, in ogni caso, circa il 20% dei processori Intel vengono fabbricati esternamente.
Un’altra notizia riguardante Intel arriva dalla Germania. Dopo mesi di trattative l’azienda ha raggiunto un accordo con il governo tedesco in merito all’annunciata fabbrica di chip di Madgeburgo. I 17 miliardi di euro che Intel si era impegnata, inizialmente, a investire non erano sufficienti per il ministero delle Finanze Tedesco. L’azienda ha accettato di elevare questo impegno a ben 30 miliardi di euro per quello che dovrà essere, nelle intenzioni, uno stabilimento all’avanguardia e un mattone fondamentale per la strategia Ue di incremento della produzione di chip in Europa.