27/01/2017 di Redazione

Intel regge l'urto della trasformazione, bilancio 2016 positivo

La società di Santa Clara ha chiuso i conti del 2016 con un fatturato di 59,4 miliardi di dollari, in crescita rispetto all'anno precedente. Sale a doppia cifra la domanda di prodotti per data center e IoT, ma tengono anche le vendite di processori per Pc

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Un finale “straordinario” per un anno “portatore di record e di trasformazione”. I toni con cui Brian Krzanich ha commentato i risultati finanziari della sua Intel, relativi al quarto trimestre e all'intero anno fiscale 2016, sono forse un po' troppo enfatici, ma poggiano sulla sostanza. La società di Santa Clara ha chiuso il bilancio con un fatturato complessivo di 59,4 miliardi di dollari, superiori ai 55,4 miliardi del 2015, e con un utile netto Gaap di 10,3 miliardi, in calo rispetto agli 11,3 miliardi all'anno precedente. L'utile per azione annuale è stato di 2,72 dollari. Nel solo quarto trimestre, invece, il fatturato ha raggiunto i 16,4 miliardi di dollari, con un bel +10% rispetto all'analogo periodo del 2015.

 

Il record dell'anno passato è sostanzialmente uno, i 21,8 miliardi di dollari di cash flow annuo, mentre la trasformazione si può leggere attraverso i diversi incrementi percentuali a doppia cifra nelle vendite di alcuni prodotti: processori per server (la cui domanda è soprattutto trainata dalla crescita del cloud a livello mondiale e dagli investimenti in nuovi data center compiuti da Amazon, Apple, Facebook, Google e Microsoft), per gli oggetti dell'Internet of Things, per la sicurezza.

Più precisamente, nel 2016 il giro d'affari della divisione data center è cresciuto dell'8%, anno su anno, arrivando a 17,2 miliardi di dollari; la divisione IoT ha segnato un +8%, generando 2,6 miliardi; le soluzioni di memoria non volatile sono calate dell'1%, a 2,6 miliardi; i prodotti e servizi di sicurezza sono saliti del 9%, fino a 2,2 miliardi di dollari. Ulteriori 1,7 miliardi di dollari sono giunti dai chip riprogrammabili ereditati da Altea, società acquisita nel 2015.

 

La fetta più grande della torta, oltre la metà, è comunque ancora rappresentata dal business storico, quello dei processori per computer (il Client Computing Group), che ha garantito 32,9 miliardi di dollari e segnato una crescita del 2%. Non male, considerando la perdurante e ormai famigerata “crisi del mercato dei Pc”. A detta degli analisti, hanno giocato a favore sia la discreta domanda per dispositivi di nuova concezione, come i convertibili, sia il continuo rinnovamento dell'offerta.

 

 

 

Ora le sorti del 2017 sono legate al debutto, dalle tempistiche ancora incerte, dei nuovi processori Kaby Lake, fermi alla tecnologia a 14 nanometri al pari degli attuali Skylake ma più efficienti dal punto di vista energetico. Per ammissione dello stesso Ceo, in conferenza stampa, quest'anno è lecito attendersi un'ulteriore flessione delle consegne nel mercato dei Pc. E va anche considerato lo spauracchio di Qualcomm, che ha battuto Intel sul tempo presentando le sue prime (e le prime del mercato) soluzioni a 10 nanometri, fabbricate da Samsung. Fatturato e utile del primo trimestre, tuttavia, per la società di Santa Clara dovrebbero rimanere in linea con quelli di inizio 2016. Quello da poco iniziato dovrà anche essere l'anno in cui si potranno raccogliere i frutti dei “sacrifici” dei mesi scorsi, come il piano dei 12mila licenziamenti annunciato ad aprile e come la vendita del 51% della divisione Security a un fondo di private equity.

 

 

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