03/09/2020 di Redazione

La digitalizzazione richiede Ceo esperti di tecnologia

In base a uno studio condotto da Vanson Bourne per VMware, l'amministratore delegato e altre posizioni di senior management dovrebbero essere occupate da persone con un background tecnologico. Le aziende italiane fra le più convinte.

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Per guidare con successo un'azienda nell'era digitale, l'amministratore delegato e altre posizioni di senior management dovrebbero essere occupate da persone con un background tecnologico. Questo è il messaggio centrale di uno studio condotto a livello europeo da Vanson Bourne per conto di VMware. La ricerca è stata realizzata intervistando 2.250 decisori, suddivisi fra manager aziendali, responsabili It e sviluppatori di applicazioni. Il campione è stato costruito su realtà con almeno 500 dipendenti e ha coinvolto anche l’Italia.

Il nostro Paese è fra quelli dove è stata espressa maggior convinzione verso la tesi di fondo, con un 81% che ritiene sia un fattore di successo avere un Ceo con esperienza tecnologica, indicando quali benefici prevalenti il miglioramento dell’efficienza dell’organizzazione (51%), la maggiore agilità (44%), il più ampio potenziale di innovazione (42%) e una customer experience più evoluta (40%).

Le dichiarazioni degli intervistati risultano particolarmente interessanti rispetto al contesto attuale: l'indagine è stata condotta fra marzo e aprile 2020, quando la pandemia in Europa aveva raggiunto il suo apice. Secondo lo studio, la trasformazione digitale - attraverso la possibilità di modernizzare il modello di business utilizzando la tecnologia - fornisce un importante contributo per consentire alle aziende di adattarsi più rapidamente alle dinamiche di mercato e ai cambiamenti fondamentali del business. Per gli executive italiani, i vantaggi delle applicazioni moderne giocano un ruolo importante nel migliorare le prestazioni e la resilienza della loro azienda: oltre al funzionamento affidabile dei sistemi It (72%, la percentuale più alta in Emea), le aziende beneficiano soprattutto di applicazioni moderne che consentono ai dipendenti di farlo da casa o per lavorare in movimento (41%).

In effetti, più di tre quarti (80%) degli sviluppatori di applicazioni e dei responsabili It ritiene che le aziende non saranno in grado di offrire ai propri clienti un'esperienza utente ottimale senza modernizzare con successo le proprie applicazioni: “Nel 2009, si contavano nel mondo circa 52 milioni di applicazioni, mentre oggi siamo oltre 300 milioni e la tendenza è a salire con questo ritmo”, rileva Raffaele Gigantino, country manager di VMware Italia. “La loro modernizzazione è alla base della trasformazione digitale e consente, per il 51% dei manager italiani, anche di ridurre i costi. Oltre a questo, naturalmente, occorre un’adeguata capacità di execution, poiché saper sviluppare, implementare, far funzionare e tenere in sicurezza le applicazioni rende i progetti di successo”.

Raffaele Gigantino, country manager di VMware Italla e Stefano Jacobucci, Cio di Roma Capitale

I risultati dello studio rivelano anche un vantaggio competitivo derivante dallo sviluppo e dalla fornitura continui di nuove applicazioni e servizi, perché le aziende ad alte prestazioni in Europa hanno un ritmo di sviluppo delle app più efficiente ed efficace: due terzi (66 percento) delle applicazioni di nuova progettazione si realizzano in aziende ad alte prestazioni (con una crescita annuale delle vendite di oltre il 15 percento) nella produzione, rispetto al 41 percento delle aziende con prestazioni inferiori.

Il tempo attuale, ancora sotto l’influenza del rapido mutamento di scenario imposto dal Covid-19, rende ancor più rilevanti elementi come l’agilità e la capacità di adattamento per attutire gli effetti economici della pandemia e riorganizzare l’azienda secondo una logica più smart e technology-oriented. Una testimonianza in questo senso arriva da Roma Capitale: “Tutto va verso il digitale e i player devono supportare gli obiettivi delle aziende”, spiega il Cio Stefano Iacobucci. “Nel nostro caso, circa ottocento persone sono state in grado di connettersi alla propria postazione virtuale nelle stesse condizioni di lavoro tradizionali. Ora anche aggiornamenti tecnici e applicativi avvengono centralmente con grandi vantaggi. Poco tempo prima del lockdown, avevamo aveva iniziato a lavorare con VMware Horizon 7 per testare lo smart working e questo è stato di estrema utilità per sostenere l’impatto della chiusura totale”.

 

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