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La primizia del low-code cloud in Oracle Database 21c

L’ultimo aggiornamento del prodotto-faro dell’azienda americana presenta oltre duecento novità, con particolare rilievo per temi come blockchain, machine learning e coding-as-a-service.

Pubblicato il 21 gennaio 2021 da Roberto Bonino

Nonostante le numerosissime diramazioni di offerta introdotte nei lunghi anni di storia, il database resta sempre il prodotto-faro di Oracle e ogni nuova release è attesa da una pletora di utenti in ogni parte del mondo.

La versione 21c è ora disponibile su Oracle Cloud e si distingue per un ampio set di innovazioni, oltre duecento in tutto, in realtà attese già nel 2020, ma rimandate a quest’anno a causa degli effetti di mercato della pandemia Covid-19. Nell’ampio magma di novità, forse quella più rilevante può essere considerata l’introduzione delle tabelle inalterabili in blockchain, per creare registri che possano servire come base per applicazioni costruite per l'appunto su blockchain o ispirate in questo senso. Queste tabelle sono integrate in Crypto-Secure Data Management e garantiscono che solo l’inserimento di nuove registrazioni sia autorizzato e che ciascuna di esse sia collegata alle altre in modo criptato, per impedire ogni tipo di manomissione e preservare la coerenza temporale.

Altrettanto significativo è il lancio di una versione as-a-service, su Oracle Cloud Infrastructure, dello strumento di sviluppo low-code denominato Apex. Questa componente è già utilizzata dagli sviluppatori nel mondo per accelerare la creazione di applicazioni Web e mobili che sfruttano Oracle Database. Apex diventa ora indipendente dal prodotto principale e viene proposto come servizio cloud autonomo. Tra l’altro, esso viene proposto a un costo di 360 dollari al mese, con supporto fino a cinquecento utenti e numero illimitato di applicazioni. Gli sviluppatori possono cominciare a realizzare gratuitamente applicazioni low-code utilizzando il nuovo servizio Apex Application Development incluso in Oracle Cloud Free Tier.

Un’altra innovazione piuttosto attesa e fin qui mancante riguarda l’esecuzione di Javascript all’interno del database, per scrivere procedure o trigger. Il motore multilingua integrato Graal permette al codice Javascript di elaborazione dei dati di essere eseguito nel cuore del motore Dbms, laddove sono memorizzati i dati, evitando costosi andirivieni sulla rete. Il sistema è progettato per favorire l’esecuzione di interrogazioni e comandi Sql da Javascript, con conversione automatica delle varie tipologie.

Il supporto di memorie persistenti Pmem appare invece una novità molto legata ai tempi, con l’introduzione di nuovi algoritmi per impedire memorizzazioni parziali o incoerenti nelle memorie persistenti. Si aggiungono nuove funzionalità AutoMl per il supporto nativo di dati Json e la conseguente accelerazione nell’elaborazione dei dati.

Tag: database, javascript, blockchain, low code

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