Pubblicato il 17 aprile 2019 da Redazione
La Commissione europea “scagiona” Kaspersky. Secondo l’organo di Bruxelles, non ci sarebbero evidenze che i software dell’azienda siano utilizzati dall’intelligence russo a fini di spionaggio. Il parere della Commissione va quindi in direzione opposta rispetto a quello dell’europarlamento, che la scorsa estate aveva votato per impedire alle istituzioni comunitarie di utilizzare prodotti di Kaspersky. La risoluzione non vincolante, passata a larghissima maggioranza il 13 giugno 2018, etichettava le applicazioni del vendor come “pericolose” e “malevole”. Il parere della Commissione è arrivato in seguito a una serie di interrogazioni depositate a marzo dall’eurodeputato belga Gerolf Annemans, del gruppo di destra Europa delle Nazioni e della Libertà.
Il voto del Parlamento Ue seguiva a breve distanza la decisione degli Stati Uniti di bandire completamente dal governo federale il software di Kaspersky. A fine 2017, approvando il budget per il Dipartimento della Difesa, Donald Trump diede il via libera definitivo all’ostracismo nei confronti dell’azienda russa.
Il provvedimento chiariva che nessun “dipartimento, agenzia, organizzazione o altro elemento del governo federale possa usare […] hardware, software o servizi sviluppati o forniti, in tutto o in parte, da Kaspersky Lab […]; qualsiasi entità che controlli, che sia controllata o il cui controllo sia condiviso con Kaspersky Lab; qualsiasi entità di cui Kaspersky Lab detenga la quota di maggioranza”.
La radicale decisione della Casa Bianca fu seguita anche da diverse società private a stelle e strisce, come Best Buy e Office Depot. Twitter, invece, impedì alla software house di fare pubblicità sulla propria rete. Il “contagio” si diffuse poi anche in Europa: lo scorso maggio il governo dei Paesi Bassi bandì Kaspersky dall’elenco dei propri fornitori, mentre il Regno Unito avvertì le agenzie statali e le aziende private dei rischi insiti nell’utilizzo delle soluzioni del gruppo russo.
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