03/05/2022 di Redazione

Liferay propone un SaaS personalizzabile e amplia il canale

La piattaforma Liferay è certamente cloud first ma, ora, anche solution first, proponendo un SaaS standardizzato su soluzioni che consente l’intervento di integrator, ISV e Web agency per le personalizzazioni.

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Liferay semplifica la personalizzazione nella creazione di portali e-commerce grazie a un nuovo approccio che prevede un’offerta di soluzioni predisposte per mercati verticali e, ovviamente, in modalità cloud-first, aprendo la strada a collaborazioni con nuove figure del proprio canale di partner.  La piattaforma di Liferay si è nel tempo evoluta da progetto open source fino ad arrivare sul mercato business grazie all’arricchimento con una serie di supporti di tipo enterprise. Ed è diventata, così, appetibile per aziende che intendono appoggiare su questa piattaforma i propri progetti mission-critical.
 

Si tratta di una piattaforma di esperienza digitale, scritta in Java, che consente alle aziende di costruire portali per clienti, per fornitori, o dipendenti interni o anche semplici siti web pubblici. Tra le caratteristiche principali l’ampia possibilità di personalizzazione dei portali complessi con ruoli e permessi, permettendo inoltre un’ampia integrazione con le tecnologie esistenti. 

 

Il mercato evolve e le tecnologie sfruttano le potenzialità del cloud

 

Ma l’evoluzione del mercato, delle velocità imposte e delle potenzialità offerte dal cloud, implica certamente un approccio differente da quello del passato, accompagnato dal supporto di un canale di partner con caratteristiche nuove. “Per la proposizione della nostra piattaforma sul mercato ci siamo da sempre rivolti a un sistema di partner molto aperto e ampio”, commenta Andrea Diazzi, director channel sales Emea di Liferay. “Il mercato, nel frattempo, è però cambiato e i clienti chiedono sempre più soluzioni, non solo piattaforme, sulle quali gli integratori possono poi realizzare progetti sulla base delle esigenze espresse dai clienti”. Clienti che non vogliono più lavorare i propri progetti lavorando da zero, ma partendo da soluzioni out of the box, su di una piattaforma che abbia già al suo interno una serie di funzionalità che devono solo essere configurate o, al massimo, che necessiti uno sviluppo limitato di ulteriore codice. 


Da qui”, riprende Diazzi, “il nostro cambio di approccio, che ora è cloud first ma anche solution first, con diverse funzionalità out of the box e, nel caso fossero insufficienti, la possibilità di personalizzazione puntuale.Sempre di più, infatti, le aziende tendono a non volere infrastrutture interne e preferiscono affidarsi al cloud, con soluzioni PaaS o di SaaS”. Una tendenza che coincide con la direzione presa da Liferay

 

Andrea Diazzi, director channel sales EMEA di Liferay


Da Liferay un SaaS con la possibilità di personalizzazione

 

Se il cloud come piattaforma “as a service” era già nel suo Dna, recentemente il vendor ha lanciato Liferay Experience Cloud, che rappresenta la propria risposta al mondo Software as-a-Service. Si tratta di un passaggio piuttosto complesso per una piattaforma che fa del suo plus la possibilità di personalizzazione, in contrasto con la relativa standardizzazione che contraddistingue le soluzioni SaaS. 

 

È, in effetti, un SaaS particolare”, puntualizza Dazzi, “che oltre a fornire una serie di funzionalità implementabili con la configurazione e con il low code, consente di effettuare sviluppi particolari che vengono lanciati sulla piattaforma per completare le esigenze più dettagliate dei clienti. Il tutto gestito da Liferay in modalità managed service. Un approccio più qualitativo rispetto al passato che ci consente di coinvolgere una maggiore varietà di partner nel nostro canale”. 

 

Nuove figure entrano a far parte del canale Liferay

 

Il canale di Liferay deriva da un sistema consolidato di integratori, trattandosi di una piattaforma molto tecnica, ma che ora può includere anche realtà appartenenti al mondo delle web o digital agency, meno tecnici e più orientati a creare esperienze utente. Altri profili, quindi, si vanno ad aggiungere all’ecosistema Liferay, il quale apre anche a collaborazioni con gli Oem che sviluppano e brandizzano soluzioni partendo dalla propria piattaforma, e comprende anche altri Isv (Independent Software Vendor) che possono integrare le loro soluzioni con la piattaforma del vendor.


Il partner program di Liferay è in continua evoluzione, con l’introduzione di criteri più rigidi rispetto al passato per mantenere la partnership e nuove certificazioni obbligatorie, pre-sales, sales e post-sales, che si aggiungono alle preesistenti certificazioni tecniche.

Quattro i livelli su cui è organizzato: Silver, Gold e Platinum, cui si è ultimamente aggiunto il livello Authorized, che consente di instaurare rapporti di partnership con il vendor ancor prima di aver completato l’iter di certificazioni.

 

Le digital agency che intendiamo includere nel nostro canale non devono essere semplicemente utenti della piattaforma, ma devono mostrare di avere anche capacità tecniche, in grado di intervenire in un progetto a monte e che collaborino con il cliente stesso per definire fin da subito l’esperienza desiderata, disegnandola dal punto di vista creativo ma implementandola anche dal lato tecnico,  sottolinea Diazzi. 

 

Un approccio nuovo con il quale Liferay intende allargare anche il parco utenti finali. Storica è infatti la presenza del brand nella Pubblica Amministrazione, centrale e locale, nel settore finanziario e assicurativo, ma una crescente attenzione va anche al manifatturiero, utility energy ed healthcare, sia privato sia pubblico.

 
 

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