10/08/2018 di Redazione

Magic Leap One promette esperienze “incredibilmente credibili”

Una prima edizione del visore di realtà mista, rivolta agli sviluppatori, è disponibile in alcune città statunitensi a quasi 2.300 dollari. Il sistema è controllato dai movimenti degli occhi, dalla voce e dai gesti.

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Si è fatto aspettare tanto, forse troppo, ma il visore di Magic Leap finalmente è realtà. O meglio è realtà aumentata, perché la tecnologia proposta dalla società è un'intersezione di spazio virtuale, ologrammi e immagini reali. Magic Leap One, questo il nome, ha richiesto molti anni di ricerca e sviluppo anche perché la casa madre (con l'appoggio di finanziatori come Google e Qualcomm) ha dovuto realizzare un sistema operativo ad hoc, Lumin OS, e perché le sue ambizioni non erano quelle di copiare la concorrenza ma di creare qualcosa di totalmente diverso. Non costa poco: nella sua Creator Edition, da ora disponibile per gli sviluppatori, viene proposto a 2.295 dollari.

Secondo quanto dichiarato dal produttore, Magic Leap One è un vero e proprio “portale” su un'altra dimensione. “Il mondo reale e i raggi di luce virtuale creano entrambi segnali neurali che si trasmettono dalla retina alla parte del cervello che controlla la visione, creando esperienze incredibilmente credibili”, scrive l'azienda con un gioco di parole. Una tecnologia chiamata Digital Lightfield produce luci digitali, che si mescolano a quella naturale e creano un'illusione percettiva.

A detta di chi l'ha provato, tuttavia, i progressi tecnici e le peculiarità di Magi Leap One non sono, forse, tali da giustificare tanti anni di attesa, 1.500 dipendenti e i 2,3 milioni di dollari di investimenti che la società è riuscita a raccogliere dal 2011 in poi. Soprattutto, non sono tali da giustificare il prezzo. Va sottolineato però che molte applicazioni capaci di trarre il meglio da questo oggetto devono ancora essere create, e a questo servirà la costosa Creator Edition lanciata ora sul mercato. Per ora è già possibile sfruttare il visore per guardare film e gallerie fotografiche, per divertirsi con i videogiochi e per condividere elementi sui social network.

 

 

 

Il sistema è composto dal visore vero e proprio (Lightwear), da un controller e da un dispositivo che va portato in vita e che svolge le funzioni di un computer (Lightpack). Il Lightware percepisce lo spazio circostante grazie al suo corredo di sensori e crea immagini digitali che reagiscono in base al contesto, per esempio cadono se posizionati sul bordo di un tavolo (reale). Il controller serve sostanzialmente per interagire con gli oggetti e per eseguire qualsiasi azione prevista dall'app che si sta usando. Il Lightpack, invece, esegue i calcoli di Cpu e Gpu, potendo creare scenari eleborati di videogaming o altre esperienze immersive.

 

 

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