In cinque anni è riuscita a far affermare un neologismo che deriva direttamente dal suo nome. La “gellificazione” è il processo di solidificazione di realtà nate in modo liquido e sperimentale, grazie all’apporto di capitali e consulenza strategica. La realtà in questione, naturalmente, è Gellify, partita nel 2018 e rapidamente affermatasi come soggetto in grado di creare punti di contatto fra imprese e start up giudicate di forte potenziale.
Al giro di boa del primo lustro di attività, può essere già il momento di tracciare un primo bilancio e, soprattutto, capire dove si sta orientando il radar per la ricerca di nuove opportunità. Ci aiuta in quest’analisi il Ceo Francesco Ferri.
Cosa pensate che vi connoti oggi rispetto al periodo nel quale il vostro progetto è partito?
Ci siamo distinti subito dalla logica degli incubatori, non volendo essere dei semplici affiancatori di giovani e promettenti aziende, ma investendo concretamente nel loro sviluppo. Alla parte Digital Investments si è poi aggiunta Innovation Factory, una piattaforma che supporta le imprese nei loro processi di innovazione end-to-end, tanto nella definizione di strategie e modelli quanto nell’implementazione in ottica di trasformazione digitale dei processi e anche dei nuovi prodotti. Siamo l’unica realtà ad aver combinato il venture capital con la consulenza strategica. Ormai, ancor più che cercare la giovane impresa emergente, ci concentriamo su veri e propri progetti anche di venture building, creando newco con aziende anche molto consolidate, ma che non presidiano determinati mercati.
Come si struttura il vostro business e come siete organizzati?
Se Digital Investments ha una struttura dedicata alle operazioni finanziarie, è nella divisione Innovation Factory che si concentra il grosso del nostro organico, con una cinquantina di persone impegnate nella consulenza strategica e altre duecento che si occupano di system integration nel nostro ecosistema e, in gran parte, sono architetti e data scientist spesso chiamati a realizzare prodotti digitali o piattaforme software per i nostri clienti. Dei 24 milioni di euro generati da Innovation Factory, meno del 10% deriva da sviluppi per start up. Il grosso riguarda iniziative collegate a specifici mercati, come le phygital factory in ambito manifatturiero, il wealth management o le interfacce innovative per i servizi finanziari, l’omnicanalità per il retail. Un particolare rilievo, in questo periodo, spetta al mondo energy&utilities, dove si sta ripensando la user experience, ma si stanno rivedendo anche i modelli di business, per spingere sulla vendita di servizi a valore aggiunto o sull’innovazione di frontiera per migliorare la sostenibilità e gestire la transizione alle fonti rinnovabili.
Francesco Ferri, Ceo di Gellify
Come avvengono le vostre scelte di investimento?
Ormai siamo un brand consolidato, forte una settantina abbondante di operazioni realizzate, con otto exit tutte di successo. Ci sono molti broker che segnalano opportunità, per cui importante è il lavoro di scrematura basato su elementi come il team presente all’interno, il modello di business, le capacità di sviluppo di soluzioni pronte e un business plan con una prospettiva definita. La parte consulenziale della nostra Innovation Factory indirizza le aree sulle quali puntare di più. In un percorso di innovazione, la stessa Ict governance spesso non è affatto scontata e ci capita di dover partire da lì per poi definire i passi verso la digitalizzazione spinta e lo sviluppo di prodotti o servizi di nuova concezione.
Tra i settori dove vi state focalizzando, c’è il manufacturing. Quali spunti vi sembrano più promettenti?
La trasformazione sta avvenendo all’insegna della servitizzazione, anche si siamo ancora agli albori. Le aziende industriali devono ragionare su come affiancare alla vendita dei prodotti anche quella dei servizi correlati, ma la sfida non è destinata a compiersi nell’arco di pochi anni. La digitalizzazione, soprattutto negli stabilimenti, è abbastanza avanzata, mentre ora si tratta di progettare un’offerta in grado di offrire manutenzione prescrittiva e anomaly detection in tempo reale, oltre a saper misurare la produttività non più solo di un sistema, ma anche di un servizio. Si prepara una rivoluzione copernicana, poiché occorrerà saper vendere contratti, allestire un customer care, ribaltare la ricerca&sviluppo per produrre macchine che durano nel tempo e garantiscono ricavi ricorrenti. Tutto questo si lega anche alla sostenibilità, cercando di risparmiare sui consumi, sulle materie prime e sulla manutenzione.
Opportunità interessanti sembrano esserci anche in campo sanitario…
La pandemia ha dato un’accelerazione in direzione del monitoraggio, della prevenzione e delle cure a distanza. Oggi c’è la grande occasione offerta dal Pnrr, che per la prima volta mette a disposizione dell’Italia le risorse finanziarie per innovare. La digitalizzazione dovrà servire per togliere pressione agli ospedali e spostare sull’assistenza remota tutto il possibile. È partita la gara per la costruzione di una piattaforma nazionale di telemedicina, per portare a casa del paziente servizi di televisita, assistenza, riabilitazione e quant’altro. Per lavorare con successo serve il giusto mix di competenze e applicazione delle tecnologie esistenti. Noi abbiamo realizzato una piattaforma di telemedicina per Abu Dhabi, investito in start up su questo fronte e sviluppato front end per la gestione dei dati dei pazienti.
Quali sono i vostri obiettivi per il futuro?
Vogliamo diventare un attore importante in Europa nel mondo dell’innovazione. Per arrivarci, conta avere anche una certa dimensione critica e stiamo lavorando per crescere sia organicamente che con acquisizioni. Soprattutto in direzione della consulenza con expertise verticali, ad esempio nella definizione di strategia ominchannel per le aziende Cpg o di servizi digitali per il settore pubblico. Importanti sono anche le metapiattaforme, perché Gellify potrà costruire qualcosa anche lavorando con altri soggetti, dai system integrator alle iniziative nuove in cogestione con realtà consolidate nei loro ambiti.